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"Napoli è della gente": il coro che incanta il Maradona

tempo di lettura: 3 min
22/04/2025 15:26:08

A stagione quasi terminata, il Napoli insegue l’Inter per guadagnarsi il primo posto nella classifica di Serie A. Tra un match e l’altro, a tantissimi spettatori non è sfuggita la dolce melodia che, da qualche tempo, accompagna l’inizio degli scontri contro i partenopei. Si tratta di un coro malinconico ma appassionato, che i tifosi napoletani levano in cielo per riscaldare lo stadio e dare il via a un’altra spettacolare partita.

Mentre le quote scudetto iniziano ad assestarsi su chi sarà il vincitore e il mercato ribolle di gossip su futuri cambi e partenze, fermiamoci un attimo a bordo campo, e scopriamo di più la storia di questo dolce inno, già diventato un tormentone.

"1° agosto pioveva": un coro nato per amore, diventato leggenda

Il brano che oggi riecheggia tra le curve del Maradona si intitola “Napoli è della gente”, ma i tifosi lo conoscono semplicemente come “1° agosto pioveva”, dal suo verso d’apertura. La canzone è diventata virale tra febbraio e marzo 2024, quando, durante il match casalingo contro la Juventus, le curve l’hanno intonato con una potenza e una coesione da brividi. Da quel momento, è entrata nel cuore.

Il testo è un piccolo poema moderno che racconta le origini della squadra, fondata proprio il 1° agosto 1926, in una domenica piovosa. La strofa iniziale, “1° agosto pioveva, di domenica era. Maglia in lana e un pallon, e nasceva l’amor”, è un omaggio poetico e struggente alla nascita del Napoli e al legame viscerale con la città.

Dietro questo coro, però, c’è una storia ancora più toccante: l’autore è Cristian Vollaro, artista di strada e appassionato tifoso azzurro, scomparso prematuramente a 45 anni nel febbraio 2024. Vollaro aveva scritto e condiviso la canzone tra le mura della sua Napoli, quasi in punta di piedi. Nessuno si aspettava che, a distanza di poco tempo, quelle note e quelle parole sarebbero esplose negli spalti come un inno collettivo.

Il brano ha cominciato a diffondersi sui social, sui gruppi WhatsApp dei tifosi, tra le stories degli ultrà e nelle casse dei bar del Vomero e dei Quartieri Spagnoli, fino a conquistare ufficialmente il Maradona. Oggi, quando la squadra entra in campo, le prime note di “Napoli è della gente” risuonano tra i cuori e le voci dei tifosi, e si trasformano in una carezza collettiva, per chi c’è e per chi non c’è più.

Un canto di appartenenza e identità

Oltre la melodia e le emozioni, questo coro rappresenta qualcosa di più profondo: è una dichiarazione d’amore. Parla di sacrifici, di passione, di radici. Parla di chi ha fatto della squadra un’identità, un’estensione del proprio essere. Il Vesuvio, il cielo azzurro, la fatica, la lealtà: ogni verso è un tassello dell’anima napoletana.

E così, mentre si sogna lo scudetto e si immaginano i colpi di mercato, questo coro continua a scaldare l’atmosfera di ogni partita, ricordandoci che, in fondo, il calcio è anche e soprattutto emozione. Un modo per sentirsi parte di qualcosa. Una famiglia. Un popolo.

Perché Napoli è della gente. Sempre.

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