D'Alessandro e Di Martino insieme per gestire lo spaccio di stupefacenti fra Castellammare di Stabia, Gragnano e Santa Maria la Carità. L'ennesima conferma dell'alleanza fra i due temibili clan dell'area stabiese è arrivata questa mattina dopo la maxi operazione dei carabinieri che hanno notificato 26 ordinanze di custodia cautelare ad esponenti di spicco dei due sodalizi criminali. L'attività investigativa, partita nel 2017, ha permesso di ricostruire l'intera organizzazione dedita alla vendita di marijuana e cocaina. La prima veniva coltivata sui Monti Lattari o in alcuni casi importata da altre Regioni (specialmente la Calabria) mentre la seconda arrivava nelle piazze di spaccio stabiesi tramite accordi stretti con la Ndrangheta calabrese. Nei guai sono finiti infatti anche alcuni esponenti del clan Pesce - Bellocco di Rosarno che aveva stretto una fruttuosa collaborazione con le due organizzazioni criminali di Castellammare di Stabia e Gragnano.
L'alleanza fra i D'Alessandro e i Di Martino è nota ormai da diverso tempo negli ambienti investigativi anche grazie all'intercessione del boss stabiese Paolo Carolei, al momento detenuto. Gli arresti di questa mattina hanno messo in luce la forza dei due clan che riuscivano ad incassare milioni di euro per i loro traffici. I carabinieri, guidati dalla DDA, hanno infatti sequestrato 10 autoveicoli e 2 motocicli, 13 tra appartamenti e ville residenziali, 46 tra conti correnti, libretti di risparmio, depositi di titoli, carte di credito, una impresa che produce prodotti caseari, un negozio di articoli di pelletteria, una società gestore di servizio per taxi situate a Castellammare di Stabia, un negozio di oggettistica cimiteriale a Rosarno e quote di società. I beni, dal valore di circa 15 milioni di euro, erano tutti riconducibili ai 26 destinatari di ordinanza di custodia cautelare.
Nei guai sono finiti i principali ras di Scanzano che, secondo fonti investigative, hanno diretto la cosca dopo l'arresto dei figli del defunto capo clan Michele D'Alessandro. In particolare è ritornato in carcere Sergio Mosca, suocero di Pasquale D'Alessandro, considerato una delle figure di spicco della criminalità stabiese. Ordinanza di custodia cautelare in carcere anche per Nino Spagnuolo, alias "o' capastorta" (già coinvolto in un'estorsione a Sant'Antonio Abate) e Carmine Barba (accusato di aver tentato un'estorsione al cantiere di piazza Umberto qualche anno fa). Fra i 26 fermati spiccano i nomi dei presunti gestori delle piazze di spaccio in giro per la città come Ciro Vitale e Raffaele Polito.
Di Bari: «Attendiamo fiduciosi la verità». Il sindaco Vicinanza: «Un pezzo della nostra identità è stato lacerato con violenza». Ruotolo: «Il primo pensiero va alla famiglia Parlato. La città è parte lesa.»