«Nell'inferno in cui hai vissuto enorme dignità. Ci riabbracceremo, Fabio, figlio di questa città». La curva A dello stadio San Paolo con uno striscione ha riposto l'ascia di guerra nei confronti di Quagliarella, chiedendogli implicitamente scusa per l'addio al Napoli che nel 2010 si consumò fra mille polemiche a causa del suo improvviso trasferimento ai rivali della Juventus. Il bomber stabiese, attualmente in forza alla Sampdoria, nel frattempo ha vinto tre scudetti in maglia bianconera, ma sulla sua tranquillità ha pesato a lungo come un macigno la triste vicenda dello stalking subito da parte dell'agente di polizia postale Raffaele Piccolo, condannato di recente a 4 anni e 8 mesi di reclusione per aver ricattato con false e-mail e foto svariati imprenditori, professionisti e vip sul territorio di Castellammare di Stabia e del comprensorio, offrendosi poi di aiutare le sue stesse vittime. Furono proprio alcuni inquietanti messaggi arrivati sulla scrivania del presidente De Laurentiis a spingere Quagliarella lontano da Napoli, una cessione che i tifosi partenopei hanno interpretato come un tradimento, inconsapevoli del dramma interiore che intanto Fabio stava vivendo. La condanna è stata anche l'occasione per Quagliarella per vuotare il sacco e raccontare pubblicamente la sua storia in lacrime davanti alle telecamere di Sky e della trasmissione Le Iene. L'attaccante stabiese ha ringraziato i tifosi della curva A sottolineando la sua “emozione grande” alla vista dello striscione e intanto ha messo a segno tre gol nelle ultime quattro partite, festeggiando anche la vittoria nel derby della Lanterna, un momento d'oro che chiude ufficialmente un periodo nero della sua vita e gli restituisce la tanto agognata e meritata felicità.