E' un fantasma. Non ha mai lasciato tracce, non ci sono foto segnaletiche, solo una condanna (non ancora definitiva) che di fatto non sta scontando perchè latitante da oltre dieci anni. Raffaele Imperiale, alias "Lelluccio Ferrarelle" o "Rafael Empire", dopo una prima fuga in Spagna dove è stato arrestato dalla polizia locale, probabilmente si è rifugiato negli Emirati Arabi, a Dubai, nei quali conduce una vita fatta di lusso sfrenato in compagnia della sua famiglia. Nonostante gli accordi fra Stato italiano ed Emirati, Imperiale non può ancora essere estradato: la sua condanna, a 18 anni di reclusione per traffico internazionale di cocaina, non è ancora definitiva e fino a quel momento può restare tranquillamente nella città dei miliardari asiatici.
Dopo l'arresto di Marco Di Lauro sabato scorso a Chiaiano, l'obiettivo numero uno della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli è proprio lo stabiese Raffaele Imperiale. In un primo momento si pensava che "F4", figlio di Paolo Di Lauro, fosse anche lui Dubai ma ulteriori accertamenti investigativi lo hanno stanato a pochi km da Scampia. E se anche "Lelluccio Ferrarelle" si trovasse in Italia, magari vicino la sua Castellammare per gestire il business con i clan napoletani? Ipotesi al momento molto remota ma l'arresto di Di Lauro ha confermato un dato importante: i massimi esponenti della camorra non possono stare lontani dai propri affari.
Esiste un filo rosso che collega la storia di Marco Di Lauro a Raffaele Imperiale. Una delle cause della guerra sanguinosa di Scampia, fu proprio lo stabiese che strinse un accordo con il clan alleato dei Di Lauro, gli Amato, procurando loro chili e chili di cocaina proveniente dal Sud America (grazie ai suoi contatti del Nord Europa). Raffaele Amato, boss alleato con Paolo Di Lauro, iniziò a spacciare le sostanze che gli procurava Imperiale più quelle fornite dalla "società della cocaina" formata con i colleghi di Scampia. Un guadagno enorme che non passò inosservato ai suoi alleati che di fatto iniziarono a nutrire sospetti nei confronti degli Amato fino allo scoppio della faida sanguinosa che ha portato oltre 100 morti per le strade napoletane dal 2004 in poi. Marco Di Lauro fu poi stanato dalla DDA, così come suo figlio Cosimo, tanto che le redini del clan furono lasciate all'ultimo figlio, Marco, arrestato pochi giorni fa. Imperiale, secondo quanto ricostruito dalla DDA di Napoli, era in grado di importare circa 2 tonnellate di cocaina che garantivano milioni e milioni di euro ai clan partenopei. Il tutto grazie ad un contatto che conobbe in Olanda e con il quale diede il via alle operazioni. In un secondo momento, Imperiale, che parla inglese, francese e spagnolo, sarebbe stato in grado di stringere accordi direttamente con i grandi narcos del Sud America che ancora oggi riforniscono le piazze del napoletano.
Con i soldi che arrivavano dallo spaccio della polvere bianca, Imperiale, fra le altre cose, acquistò i due Van Gogh ritrovati a Castellammare di Stabia solamente nel settembre del 2016 grazie ad una segnalazione di Mario Cerrone, socio del broker arrestato l'anno prima. I due dipinti, pagati probabilmente 6 milioni di euro, erano in un casolare in via Annunziatella di proprietà della famiglia Imperiale, tra l'altro molto nota in città. La soffiata di Cerrone, in realtà, potrebbe essere stata coordinata dallo stesso "Lelluccio Ferrarelle" (i due hanno lo stesso avvocato) con la speranza di ottenere uno sconto di pena in caso di ritorno in Italia. Non è andata così.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»