Un cordone di motorini, l’uno accanto all’altro, in sosta nel cuore della città. Immortalati in mezzo alla carreggiata, fermi, in uno scatto che descrive una città senza regole. A piazza Principe Umberto ieri sera erano decine i motorini in divieto di sosta al centro della strada, quasi a voler delimitare gli spazi per il transito delle autovetture, costrette a farsi largo in un groviglio di veicoli a due ruote e di centauri baldanzosi. L’assenza delle forze dell’ordine, poco prima della mezzanotte, ha dato il via alla saga dell’illegalità, in cui il codice della strada è diventato un optional. Al punto da non riuscire più a distinguere il lecito dall’illecito, i buoni dai cattivi. La strada è diventata un parcheggio per motorini. L’ampio vialone accanto al Monumento ai Caduti ridotto ad un viottolo, in cui le auto riuscivano a passare a stento, quasi a dover chiedere il permesso a chi quella strada l’ha occupata a suo piacimento. Un’altra immagine esplicativa di una realtà che continua a far fatica a risollevarsi dal baratro di illegalità in cui è piombata.
Di Bari: «Attendiamo fiduciosi la verità». Il sindaco Vicinanza: «Un pezzo della nostra identità è stato lacerato con violenza». Ruotolo: «Il primo pensiero va alla famiglia Parlato. La città è parte lesa.»