Ergastolo per il killer Catello Martino per l’omicidio di Alfonso Fontana, il 22enne appartenente alla famiglia Fasano, freddato a colpi di pistola il 7 febbraio 2024 nei pressi del tribunale di Torre Annunziata. La terza sezione della Corte d’Appello di Napoli ha condannato all’ergastolo Catello Martino, ras del rione Savorito appartenente alla famiglia dei “Paglialone”, riconosciuto come l’esecutore materiale dell’agguato.
La sentenza conferma in toto la ricostruzione della Direzione Distrettuale Antimafia: i sostituti procuratori Giuseppe Cimmarotta e Valentina Sincero, nel corso della requisitoria, avevano chiesto la condanna al massimo della pena per Martino, considerato una figura di rilievo nella criminalità organizzata locale.
Secondo le indagini coordinate dalla DDA, l’omicidio sarebbe maturato in un contesto di violenza e regolamenti di conti interni alla camorra. Fontana, insieme ad altri complici, avrebbe commesso un furto nell'abitazione del genero di Catello Martino. Un affronto imperdonabile, considerando che il ras del Savorito è legato al clan D’Alessandro, gruppo egemone a Castellammare di Stabia, di cui la famiglia Imparato rappresenta una costola. Fontana avrebbe quindi pagato con la vita la sua incursione in territorio “proibito”, in un’esecuzione che porta il marchio della criminalità organizzata.
Oltre alla condanna all’ergastolo, la Corte ha riconosciuto il diritto al risarcimento per i familiari della vittima, che sarà quantificato in separata sede. A rappresentare le parti civili gli avvocati Roberto Attanasio e Raffaele Pucci, che hanno sostenuto la richiesta di giustizia per la famiglia Fontana.
L’omicidio di Fontana ha rappresentato uno degli episodi più eclatanti degli ultimi anni riguardanti la camorra locale, che continua a insanguinare l’area, seppur non legato strettamente alle guerre tra clan. Un’esecuzione a pochi passi dal tribunale, un messaggio chiaro del potere criminale sul territorio. La condanna di Martino segna un importante risultato nella lotta dello Stato contro la criminalità organizzata, ma il clima di tensione in città resta alto.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»