(Foto dal web)
E' ufficiale. Sarà Simone Giordano a prendere le difese di Antonio Logli, in carcere da circa un anno con l'accusa di aver ucciso e fatto a pezzi la moglie nel gennaio del 2012 presso la propria abitazione. L'avvocato stabiese, noto per aver difeso il cantante Marco Carta dall'accusa di furto, ha deciso di assumersi l'incarico di rappresentare l'uomo e di lavorare al fianco della criminologa Anna Vagli.
«Ho accettato l'incarico nella piena consapevolezza che il percorso di revisione del processo, che ha portato alla condanna definitiva di Logli a 20 anni di reclusione, necessita di elementi certi ed efficaci al fine di rivalutare la posizione processuale del detenuto. Per tale motivo è necessario leggere attentamente tutti i documenti processuali al fine di valutare l'esistenza di elementi rilevanti per presentare istanza di revisione. Logli si professa innocente ed è mio dovere ascoltare il suo grido di giustizia pur nel pieno rispetto di quanto stabilito in sentenza.» Queste le parole dell'avvocato che è stato gentilmente a nostra disposizione.
La sentenza definitiva è arrivata dalla Cassazione, che ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione per Logli ritenuto colpevole della morte della donna, scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 dalla sua casa di Gello. Nel luglio del 2019 la Cassazione ha sancito dunque quanto già previsto dalla corte d'Assise d'Appello di Firenze poco più di un anno prima, il 14 maggio 2018. Attualmente l'uomo è in carcere a Livorno.
Stessa sentenza in primo grado, nel 2016, con rito abbreviato. Logli, che finora non si trovava in carcere, ma aveva l'obbligo di residenza nel comune di San Giuliano Terme e il divieto di allontanarsi dalla provincia di Pisa dalle 21 alle 6, aveva atteso la sentenza assieme alla figlia Alessia ed alla compagna Sara Calzolaio in una camera d'albergo a Pisa, lontano dai riflettori.
Di Bari: «Attendiamo fiduciosi la verità». Il sindaco Vicinanza: «Un pezzo della nostra identità è stato lacerato con violenza». Ruotolo: «Il primo pensiero va alla famiglia Parlato. La città è parte lesa.»