E' il giorno degli interrogatori per i sette affiliati al clan Cesarano dopo l'operazione Mercato dei Fiori della scorsa settimana. Il reggente Luigi Di Martino o' profeta, in compagnia di Giovanni Cesarano, Luigi Di Martino (cugino del primo), Aniello Falanga, Francesco Mogavero, Ivan Cammarota, Vincenzo Melisse, sarà ascoltato nella giornata odierna dal Gip. Le accuse della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sono pesanti: estorsione aggravata dal metodo mafioso e lesioni personali. L'inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata e dalla guardia di finanza di Castellammare di Stabia ed è terminata pochi giorni fa quando furono consegnate le sette ordinanze di custodia cautelare.
Gli indagati dovranno decidere se rispondere alle domande degli inquirenti o attendere il verdetto del Riesame che non si è ancora espresso sugli arresti. Al momento i legali sono a lavoro per preparare una strategia difensiva tale da poter garantire la revoca dell'ordinanza di custodia cautelare. Gli episodi ricostruiti dalle forze dell'ordine però sarebbero correlati con prove schiaccianti. Secondo l'accusa, i sette imponevano il pagamento di una rata estorsiva da 1500 euro al mese da riscuotere entro i primi dieci giorni. In più gli imprenditori dovevano consegnare ai Cesarano circa 20 euro per ogni pedana di fiori che veniva scaricata nell'area a confine fra Castellammare e Pompei. Per volere di Luigi Di Martino o' profeta era stata fondata anche una società che gestiva il trasporto dei fiori.
Di Bari: «Attendiamo fiduciosi la verità». Il sindaco Vicinanza: «Un pezzo della nostra identità è stato lacerato con violenza». Ruotolo: «Il primo pensiero va alla famiglia Parlato. La città è parte lesa.»