Doveva essere una giornata di festa all'insegna dello sport, è culminata per trasformarsi in un becero e violento episodio di violenza. È accaduto ieri in occasione della partita tra ASD Sporting Stabia e Centro Sportivo Del Monte, valida per il campionato di Serie D di calcetto, interrotta a causa di una gravissima aggressione nei confronti della squadra stabiese da parte di alcuni tifosi della squadra ospitae. L’episodio, che rappresenta una delle pagine più buie dello sport locale, ha avuto il suo culmine quando uno dei giocatori dello Sporting Stabia è stato ferito alla mano destra con un coltello.
L’aggressione è avvenuta durante la partita, rovinando quella che avrebbe dovuto essere una giornata di sport e competizione sana. Invece, il campo si è trasformato in un teatro di violenza, con individui che, armati di coltelli, hanno preso di mira i giocatori stabiesi. È stata la stessa società stabiese a raccontare l'accaduto. "Dopo una banale discussione nel campo dove gli animi di entrambe le squadre si sono accessi,fin quando sono entrate nel terreno di gioco 5-6 persone che ci hanno attaccato e ad un nostro tesserato gli è stata data una coltellata sul palmo della mano e minacciato con il coltello più volte". Lo Sporting Stabia ha rilasciato una nota durissima in cui condanna senza mezzi termini quanto accaduto: "Una serata rovinata da gentaglia che non ama questo sport. Individui che vanno a vedere una partita di calcetto e portano i coltelli - si legge - Spero vivamente che la FIGC prenda seri provvedimenti". La società stabiese ha anche annunciato che si farà sentire in tutte le sedi competenti per chiedere giustizia e assicurare che episodi simili non si ripetano mai più. «Lo Sporting Stabia vuole giustizia», si legge nel comunicato, che invita le autorità sportive a intervenire con decisione per punire i responsabili e garantire la sicurezza nei campi di gioco.
L’episodio ha suscitato indignazione e rabbia non solo tra i membri dello Sporting Stabia, ma anche nella comunità sportiva locale, che chiede interventi severi da parte della FIGC e delle autorità competenti per prevenire ulteriori atti di violenza. Il calcetto, come ogni sport, dovrebbe essere un momento di aggregazione e competizione leale, non una scusa per sfogare violenza e odio. L’interruzione della partita e le ferite riportate da un giocatore sono l’emblema di un problema che va affrontato con fermezza per proteggere lo spirito dello sport.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»
