Una vita tra camorra e fiction. La morte di Pupetta Maresca porta via con sé una delle storie più complesse e intricate della camorra anni ’50. Una storia talmente articolata da ispirare una nota fiction Rai, in cui la figura di Pupetta, all’anagrafe Assunta, è stata interpretata da Manuela Arcuri. Era il 1955, quando la miss stabiese conquistò il cuore di Pasquale Simonetti, meglio noto come “Pascalone ‘e Nola”, noto boss del territorio. Il matrimonio fra i due, tuttavia, durò appena 4 mesi, dato che Pascalone fu assassinato, secondo la vedova, per volontà del loro testimone di nozze Antonio Esposito, detto “Totonno ‘e Pomigliano”. Pupetta, incinta del suo primogenito Pasquale, andò a cercare il mandante dell’omicidio. E fu lei ad ucciderlo, anche se secondo gli inquirenti i colpi partirono da almeno quattro pistole. Il 14 ottobre 1955 fu arrestata e portata in carcere a Poggioreale dove partorì Pasquale. Condannata a 13 anni e 4 mesi, uscì dopo poco più di 10 anni dal carcere napoletano. E la sua storia tornò presto ad intrecciarsi con la camorra. Nel 1970 si innamorò del camorrista Umberto Ammaturo, da cui ebbe due gemelli, Roberto e Antonella. Nel 1974 un’altra tragedia la colpì in prima persona: suo figlio Pasquale, che poco gradiva la sua relazione con Ammaturo, fu ucciso dalla camorra e il suo corpo non fu mai più ritrovato. Ammaturo fu incarcerato e poi assolto per insufficienza di prove, poi fu arrestato nuovamente in Perù, dove aveva trovato una nuova compagna. “Per me resta solo il padre dei miei figli” affermò successivamente Pupetta. Negli ultimi anni lady camorra ha gestito a lungo alcuni negozi di abbigliamento intimo tra Castellammare e Napoli e ha continuato a vivere nella sua città natale, dove tra l’altro domattina saranno celebrati i suoi funerali nella chiesa di Sant’Antonio. Negli anni ’80 fu accusata di essere la mandante dell'omicidio di Ciro Galli (uomo di Raffaele Cutolo), ucciso nel 1981 per vendetta trasversale. Il pm chiese l'ergastolo, ma nel 1985 fu assolta per mancanza di prove. Il 13 febbraio 1982, in piena guerra tra NCO e NF, Pupetta Maresca indisse una conferenza stampa, nel corso della quale minacciò apertamente Raffaele Cutolo e la Nuova Camorra Organizzata: “Se per Nuova Famiglia si intende tutta quella gente che si difende dallo strapotere di quest'uomo, allora mi ritengo affiliata a questa organizzazione”. Una vita ricca di episodi eclatanti, che hanno persino ispirato il film di Luciano Odorisio “Pupetta - Il coraggio e la passione”, andato in onda su Rai1 nel 2013. Una storia ricca di vicende ben note ma anche di tanti segreti che ieri sono andati via con lei.
«Paradossalmente abbiamo giocato meglio nel primo tempo, dopo il gol sono subentrate frenesia e poca gestione». Fortini. «Emozioni indescrivibili, la tifoseria è stato il dodicesimo uomo in campo»