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Castellammare - Scuola: l'Alberghiero chiede contributo alle famiglie. SEL presenta interrogazione parlamentare

Un contributo economico di circa 150 euro da versare alla scuola per poter iscrivere i propri figli all'istituto scolastico. Un atto che ha scatenato le proteste di alunni e genitori e che ha catturato anche l’attenzione di Sinistra Ecologia e Libertà.

tempo di lettura: 3 min
di Raffaella Drammatico
26/09/2014 00:02:24

Un contributo economico di circa 150 euro da versare alla scuola per poter iscrivere i propri figli all'istituto scolastico. Questo il provvedimento sui generis adottato dalla dirigente dell’Istituto Alberghiero “Raffaele Viviani” di Castellammare di Stabia. Un atto che ha scatenato le proteste di alunni e genitori e che ha catturato anche l’attenzione di Sinistra Ecologia e Libertà. "Un provvedimento - commenta Michele Starace, segretario di SEL, da noi raggiunto telefonicamente - che non garantisce il diritto allo studio, un principio cardine della nostra costituzione, una tutela che si presenta, invece, indispensabile perchè in un momento critico come questo, in cui disoccupazione e camorra vanno a braccetto, bisogna pretendere che un luogo didattico e pedagogico sia accessibile a tutti. Visto l’enorme disagio scaturito da questa decisione, unita alla frequente presenza delle forze dell’ordine nell’ istituto per placare gli animi, come segretario cittadino ho reputato giusto comunicare tutto al gruppo parlamentare del mio partito". Gruppo parlamentare che si è dimostrato subito sensibile al problema: attraverso un comunicato stampa SEL fa sapere che l 'onorevole Scotto ha presentato un’interrogazione al Ministro dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca per chiedere un intervento immediato al fine di ripristinare il corretto rispetto del diritto allo studio nell’Istituto di Castellammare e in tutti i casi analoghi presenti sul territorio nazionale. "Quanto sta accadendo all'Istituto Alberghiero di Castellammare di Stabia è paradossale ed intollerabile Rendere obbligatorio il pagamento di un contributo di 150 euro che dovrebbe essere del tutto volontario e vietare la frequenza alle lezioni ai ragazzi e alle ragazze che non possono permetterselo significa di fatto negare il diritto allo studio a decine di famiglie e creare un pericolosissimo precedente. In una zona fortemente a rischio, per famiglie che spesso vivono in condizioni estremamente precarie e disagiate, una scelta di questo tipo rischia di tradursi in una ferita mortale al futuro di moltissimi giovani", si legge nel comunicato. Intanto nessuna risposta trapela dall'istituto. Una normativa in materia effettivamente esiste, ma concerne contributi che le famiglie possono erogare alle scuole in maniera del tutto volontaria. Andando a leggere un po’ le informazioni in materia per le famiglie sul sito del Ministero dell’Istruzione si evince chiaramente che solo determinati contributi (assicurazione, libretto delle assenze, gite) possono essere richiesti alle famiglie; altri tipi di contributi devono essere intesi solo ed esclusivamente quali contribuzioni volontarie con cui le famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, partecipano al miglioramento e all’ampliamento dell’offerta formativa degli alunni, per raggiungere livelli qualitativi più elevati. La richiesta fatta ai genitori è relativa ai quali tipi di contributi? Una situazione insomma destinata a far discutere, anche se da fonti vicine all’istituto scolastico pare che la situazione stia pian piano rientrando. L’interrogazione parlamentare resta. E in assenza di una convincente spiegazione da parte dei dirigenti del “Viviani”, resta anche una presunta violazione di un diritto fondamentale: il diritto allo studio.

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