Alberto D'Auria - Foto tratta dal profilo Facebook
Stroncato da un infarto mentre si dedicava alla sua passione. Alberto D'Auria, 46enne imprenditore di Gragnano, è morto stamattina mentre insieme ad alcuni amici stava svolgendo la sua quotidiana sessione di footing lungo la statale sorrentina ss145. D'Auria si è accasciato nei pressi del Towers Hotel, a Pozzano, e i tentativi di rianimazione messi in atto dagli altri corridori sono risultati vani. Sul posto è sopraggiunta un'ambulanza che ha potuto soltanto constatarne il decesso, seguita a ruota dagli agenti della polizia di stato di Castellammare, guidati dal primo dirigente Pasquale De Lorenzo. Alberto, sposato e padre di due figli, gestiva una nota concessionaria di automobili e nel tempo libero si dedicava alla sua passione, partecipando a corse podistiche locali con risultati davvero eccellenti. L'amore per le corse lo aveva spinto anche a valicare i confini nazionali per recarsi negli Stati Uniti e prendere parte alla storica maratona di New York, realizzando così un sogno inseguito attraverso anni di duro allenamento. Lo sport era per lui una sfida continua, che lo spingeva in ogni occasione a mettere alla prova i propri limiti. Era sua abitudine, tra l'altro, inaugurare l'anno con un bagno nelle limpide acque del golfo di Castellammare, incurante del freddo e delle avversità. Particolarmente amato da tanti suoi concittadini che seguendo il suo esempio si sono avvicinati allo sport, D'Auria conosceva a menadito ogni curva della statale sorrentina, un percorso che quasi ogni giorno lo vedeva lì, pronto ad allenarsi per sfidare ancora sé stesso e godersi, intanto, lo scenario incantevole della Panoramica, scintillante e fulgido nelle prime ore del mattino quando la quiete regna sovrana mentre la città gradualmente prende vita. Proprio la sua strada stavolta gli è stata fatale, proprio il suo cuore, in apparenza indistruttibile, lo ha tradito sul più bello fermandosi al traguardo di una vita affrontata, come sempre, di corsa.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»
