Aveva insidiato la fidanzata di un affiliato al clan Fontanella di Sant'Antonio Abate. Per questo venne ucciso dopo essere stato rapito. A distanza di sedici anni i carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, assieme ai colleghi della locale compagnia hanno piena luce sull'omicidio di Gerardo Germano, il giovane originario di Castellammare di Stabia, all'epoca ventiseienne residente ad Angri, ucciso a colpi di arma da fuoco. Germano venne prima sequestrato nell'abitazione della sua fidanzata da un commando di quattro uomini e successivamente ammazzato in località Paludicella di Scafati. Il suo cadavere venne trovato la mattina del 2 dicembre del 1991. I militari hanno accertato che il commando era composto da Gioacchino Fontanella, attuale collaboratore di giustizia, dal cugino Catello Fontanella, capo indiscusso dell'omonimo clan, entrambi condannati alla fine degli anni anni '90 per associazione mafiosa, e da Francesco De Gregorio e Vincenzo Alfano. Dei quattro solo Alfano era a piede libero ed è stato arrestato ieri nella sua abitazione di Sant'Antonio Abate e rinchiuso successivamente nel carcere di Salerno. Secondo le dichiarazioni del pentito Gioacchino Fontanella, la decisione di eliminare Gerardo Germano fu presa perché il giovane all'epoca infastidiva la fidanzata, divenuta successivamente la moglie, di Francesco De Gregorio, attualmente detenuto per altri reati nella casa circondariale di Lanciano in provincia di Chieti.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»