Ricorre oggi l'anniversario della morte di Michele Cavaliere. Il 12 dicembre 1996 l'imprenditore caseario di Gragnano spirò in ospedale dopo un lungo periodo di coma causato dalle ferite durante l'agguato del 19 novembre dello stesso anno. L'ordine partì da Nicola Carfora, boss dell'area dei Monti Lattari, che decise di punire il coraggio di un uomo che si era opposto alle richieste estorsive e aveva deciso di denunciare il clan che imponeva il racket a decine di commercianti.
«A distanza di 24 anni dal tragico avvenimento, il ricordo di Michele Cavaliere è ancora vivo e forte fra Castellammare e Gragnano. Il Circolo della Legalità, presidio antiracket e antiusura nella città delle acque, è dedicato infatti alla sua memoria. Ma non solo: l'associazione Sos Impresa, in sinergia con il Circolo, hanno dato vita al premio "Michele Cavaliere" per valorizzare quei cittadini che ancora oggi combattono attivamente la criminalità organizzata. La kermesse è giunta alla seconda edizione e premia coloro che si sono contraddistinti nella lotta alla camorra» ha ricordato il Circolo della Legalità di Castellammare di Stabia.
«La storia di Michele Cavaliere viene diffusa anche all'interno delle scuole, grazie all'aiuto del figlio, Raffaele Cavaliere, che in compagnia dei volontari del Circolo della Legalità tiene vivo il ricordo del padre. Il suo coraggio, la sua voglia di cambiamento, il suo amore per il proprio lavoro non va dimenticato, anzi deve essere un punto di riferimento per la nostra società. Denunciare il racket e usura oggi è più facile, sicuro e conveniente. Non bisogna abbassare la testa» conclude.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»