È stato rintracciato, dalla squadra mobile di Latina e dal personale della squadra mobile di Roma, alla stazione Termini ed arrestato per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina, porto e detenzione abusiva di arma. Le manette sono scattate per Francesco Cascone (cugino di Carmine D’Antuono ucciso lo scorso mese in un agguato), 35 anni, di Gragnano, che il 28 marzo scorso, lungo l'Appia, nel territorio di Cisterna, era stato oggetto di un agguato dal quale riuscì a salvarsi fuggendo nelle campagne. In quell'occasione contro Cascone, gestore del ristorante Oasi di Cisterna, furono esplosi diversi colpi di kalashnikov che ferirono altre due persone, un dipendente del suo ristorante e un agricoltore che si trovò accidentalmente sotto il tiro dei mitra. Tre persone erano state arrestate dalla squadra mobile di Latina nei giorni successivi. Si trattava di Francesco Gara, 33enne di Vibo Valentia ma residente a Nettuno, che nel 2003 fu arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Dinasty" della Procura della Repubblica di Catanzaro sulle attività criminose del clan vibonese di Francesco Mancuso, e di Vincenzo Buono, 22enne napoletano residente ad Anzio, incensurato. Da quel momento Cascone aveva lasciato Cisterna, dove risiedeva. Secondo la polizia il movente dell’agguato doveva essere ricercato proprio nell’attività commerciale del gragnanese, forse un modo per riciclare denaro sporco. Dalle indagini emerse anche che nel mese di settembre 2007, la moglie di Cascone, aveva già subito delle pesanti minacce da alcuni loschi individui che l’avevano raggiunta all’uscita di uno stabilimento balneare sul litorale di Latina. Pochi mesi dopo l’agguato, esattamente ad agosto, un altro atto intimidatorio contro Cascone. Un incendio distrusse completamente il ristorante l’“Oasi”. L’altro giorno, il fermo dell’uomo convalidato dal Gip del tribunale di Roma, che ha adottato per Cascone la misura della custodia cautelare in carcere. Le indagini sono state coordinate dal pubblico ministero Maria Monteleone della Dda di Roma.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»