Il Pordenone esulta (Foto Pordenonecalcio.com)
La radice del nome è la medesima, in Friuli ci si augura possa esserlo altrettanto il finale di stagione. Il Pordenone sogna di emulare il miracolo Portogruaro, piccolo club veneto che nell’annata agonistica 2009/10 riuscì nell’impresa di ottenere una storica promozione in serie B passando per l’ingresso principale rappresentato dalla vittoria del campionato. La società neroverde ha ben 40 motivi per sognare in grande, uno per ogni punto sin qui conquistato nella regular season. L’impresa non è semplice dato che la capolista Cittadella è 7 lunghezze più avanti, ma proprio il Portogruaro riuscì nel clamoroso sorpasso dopo essersi ritrovato a rincorrere il Verona con un gap eguale a metà febbraio. Cert’è che i paralleli, soprattutto sotto il profilo delle statistiche, vanno comunque presi con le pinze se si considera che ai veneti bastarono appena 59 punti per ottenere il pass per la cadetteria, mentre oggi la capolista è già a quota 47 con ancora un girone di ritorno da giocare pressappoco per intero. Difficile che si assista ad un finale da cardiopalma come quello che vide i veneti espugnare il Bentegodi con un gol di Bocalon che valse il primato, ma a Pordenone il desiderio di non fermarsi regna sovrano dopo avere ottenuto il ripescaggio in Lega Pro al termine della scorsa stagione che aveva visto i ramarri riacciuffare in extremis i play-out poi persi contro il già fallito Monza al termine dei due confronti finiti con due capitomboli per 2-0 e 6-3. Il patron Mauro Lovisa non ha voluto rischiare nuovi passi falsi, così ha puntato in estate su una formazione in grado di incarnare qualità e quantità nel più classico dei mix tra esperienza e gioventù sperando di ripercorrere le gesta della Ternana che nel 2011/12 riuscì a vincere il campionato dopo esser stata ripescata. Via dunque i demotivati calciatori a fine carriera, dentro uomini desiderosi di imporsi e veterani come Berrettoni che non vogliono saperne di tirarsi fuori dalla battaglia pur partendo spesso dalla panchina. Mister Tedino ha ringraziato la società a suon di risultati e non è un caso che De Cenco, Filippini e Strizzolo abbiano realizzato 19 gol in tre, pazienza se il primo è passato al Trapani: a far volare i ramarri è un gioco corale che sin qui ha prodotto 24 assist di cui 5 firmati Cattaneo. Il 4-3-1-2 neroverde è una delizia per chi accorre al Bottecchia, le 33 reti all’attivo dimostrano il come i ramarri siano talmente ben oleati da incutere timore in qualsiasi avversario. Il Cittadella, anche grazie all’esperienza maturata negli ultimi anni, resta indubbiamente la favorita alla luce dei 14 successi e 5 pareggi in 22 partite, ma il calcio insegna che i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo, tanto più se i friulani dovessero dimostrarsi in grado di mantenere questo trend estremamente positivo anche in trasferta dove, paradossalmente, hanno ottenuto più punti, 21, che in casa, 19. Lo scontro diretto è in programma al Tombolato al quartultimo turno, poi il calendario arride al Pordenone che può contare su un finale in discesa rispetto al Cittadella che dovrà affrontare nell’ordine Cremonese e Feralpisalò prima di chiudere con il Sudtirol. Cert’è che sarebbe ingenuo tagliare fuori dalla lotta una corazzata come l’Alessandria che attualmente segue a ruota, ma se i ramarri dovessero riuscire a prolungare la serie di 6 successi consecutivi, sognare sarà più che legittimo. E se proprio non dovesse essere emulato il miracolo Portogruaro, non bisogna dimenticare le altrettanto splendide favole dei brutti anatroccoli che hanno incantato al gran ballo delle debuttanti dei play-off giungendovi da formazione meno quotata. Como docet.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»