La batosta è di quelle dure da assorbire, ma Vincenzo Staiano - conosciuto da tutti nel circondario come «il pizzaiolo del Papa» per gli incarichi umanitari affidatigli in passato dal Vaticano - è più che mai deciso a risollevare la china e ripartire dopo il sequestro di due delle sale del ristorante O' Zi Aniello da parte dei carabinieri del Nas. Il locale, che rappresenta a Lettere una sorta di istituzione, è in affari da circa 30 anni e anche in questi giorni rimarrà aperto, seppur con qualche ovvia limitazione.
Secondo le indagini condotte dai militari, la pizzeria di via Cupa Saletta risulterebbe per buona parte abusivo, in quanto la Scia depositata al Comune ne attesterebbe solo pochi metri quadrati: da qui i sigilli a due delle sale riservate agli ospiti. «Ma all'interno del ristorante non sono mai stati utilizzati o conservati alimenti scaduti, i sequestri passati hanno riguardato solo cibi privi di etichette - ci ha spiegato l'avvocato Marco Longobardi, legale di Staiano, in merito ai controlli dei mesi scorsi -. Anche per quanto riguarda le cubature del locale siamo fiduciosi di chiarire al più presto la situazione: ci eravamo affidati ad una ditta specializzata che avrebbe dovuto valutare il rispetto della prescrizione di legge, ora ci ritroviamo invece questo provvedimento».
In attesa che si faccia luce sulla situazione, Staiano ha fatto sapere che anche in questi giorni, dopo la chiusura di ieri, il locale continuerà regolarmente a sfornare pizze, specialità della casa. Con i sigilli alle due sale principali, l'attività che andrà per la maggiore sarà ovviamente quella di asporto, con i clienti che non potranno ovviamente gustare la pizza seduti ai tavoli. I conoscenti descrivono il titolare come molto provato, ma non sono mancati in queste ore i messaggi di solidarietà per Staiano, che aveva incantato tutto il mondo con il «gusto dell'Amore», così come ama lui definire la sua pizza.
Continuano intanto gli accertamenti dei carabinieri sulla vicenda. Da capire, oltre quanto dichiarato dagli avvocati, se l'iter burocratico carente sia stato in qualche modo agevolato dall'operato di soggetti terzi. Anche per questo gli investigatori stanno lavorando a 360 gradi sul caso, ripercorrendo a ritroso l'iter che negli anni '80 portò all'apertura della pizzeria O' Zi Aniello. Al momento non è possibile escludere nessuno sviluppo futuro.