Inquinamento delle acque e dell’arenile sempre più evidenti. Si prevede un nuovo ricorso alle autorità competenti, in pericolo la salute dei bagnanti.
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L'estate è ormai entrata nel vivo, con le spiagge affollate durante tutta la settimana a Meta e dintorni. La buona parte di litorale lasciata alla libera fruizione dei bagnanti è però quella messa peggio, in totale abbandono da parte delle istituzioni. I lidi di Alimuri versano in condizioni pietose, sia sull'arenile che in acqua. Inquinamento di terra e mare, questa la nota dolente delle spiagge libere di Meta.
La sporcizia e i ferri arrugginiti che ormai spuntano dovunque rendono molto insicura la balneazione. Spostandosi di qualche metro dalla struttura in cemento che separa la spiaggia di sabbia dai lidi di Alimuri è facile ritrovarsi in mezzo a rifiuti d'ogni genere. Sacchetti, lattine, vetro e - cosa più pericolosa fra tutte - ferri pieni di ruggine abbandonati o fuoriuscenti dal muro vicino al bagnasciuga. Uno scempio per una località fra le più rinomate della costa, tra le più gettonate dai bagnanti che vi provengono da tutta la provincia. Lo stesso scenario nell'ultimo tratto di spiaggia sottostante il celebre "Ecomostro". Qui vige ancora il divieto di balneazione a causa della montagna pericolante, ma è ormai prassi consolidata fare comunque il bagno in quest'area. La pianificazione urbanistica pare non esser mai giunta in questo angolo di costa a Meta, laddove oltre allo scheletro di un albergo avviato e mai portato a termine giace un altro rudere, pieno di ferri scoperti alle fondamenta, che pende da anni minaccioso sui bagnanti del vicino stabilimento. Spesso nello specchio d'acqua in questione giocano molti bambini, dunque la situazione non è da prender sotto gamba.
La gente che in queste giornate di caldo afoso si reca al mare non ne può più. C'è chi arriva a definire il mare di Alimuri "una cloaca maxima" per non dire proprio una fogna a cielo aperto. Un grosso neo per la zona questo mare che diventa sempre più verde, o marrone - dipende. Alla scarsa igiene dell'arenile si sommano i problemi legati alla qualità dell'acqua. Il solito malfunzionamento del vicino depuratore di punta Gradelle continua infatti a sporcare il mare di Meta. Pericolo di frane ma anche pericolo inquinamento, visto che spesso e volentieri la corrente porta i reflui del vicino impianto fognario ad accumularsi nell'insenatura prospiciente la struttura abusiva. Un noto legale della zona preannuncia addirittura il ricorso alla Procura della Repubblica, per denunciare il danno alla salute pubblica frutto della scarsa manutenzione dell'impianto.
Per salvare questa stagione balneare ci sarebbe quindi da preoccuparsi un po' di più della pulizia e della cura di questi tratti di spiaggia, oltre all'inquinamento ed alla cura dei fabbricati nella fascia costiera. Dopo la sfiorata strage di pochi giorni fa in via Cosenza, con il crollo del parapetto di un palazzo ancora avvolto nel mistero (http://www.stabiachannel.it/news/index.asp?idnews=32043), c'è poco da stare con le mani in mano.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»