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Il Monte Faito è trapassato da un dolore profondo. Una tragedia, quella avvenuta giovedì 17 aprile, che ha colpito questo luogo tanto amato dagli stabiesi e non, lasciandoci sgomenti e con il cuore pesante. Come già accaduto in altre tragedie simili sarà quasi esclusivamente tecnica l'indagine della Procura di Torre Annunziata sul disastro della funivia, che ha causato quattro vittime e un ferito in gravi condizioni. Ma, nel giorno di Pasquetta, Don Catello Malafronte chiama a raccolta i fedeli:
Cari amici, ho atteso qualche giorno prima di trovare la forza di scrivere. Il dolore per quanto accaduto è immenso. Ci sono eventi che lasciano senza fiato, senza parole. La tragedia della funivia ha colpito duramente la nostra comunità: quattro giovani vite spezzate e un’altra combatte in ospedale, famiglie immerse in un dolore che nessuno dovrebbe mai conoscere. Come comunità ci uniamo nel silenzio, nella preghiera e nella vicinanza ai familiari delle vittime. Siamo anche vicini alle persone, soprattutto ai bambini, che hanno potuto riabbracciare i loro cari e al personale EAV. È un tempo buio e lo sentiamo tutti. Ieri, venerdì santo, il giorno in cui come credenti contempliamo nel silenzio l’Amore di Dio Crocifisso, al Faito si respirava l’aria del Calvario: un dolore immenso, uno smarrimento simile a quello dei discepoli di Emmaus che di ritorno da Gerusalemme, avvolti dalla tristezza per la morte del Maestro, discutevano tra loro:” Com’è stato possibile? Come mai?”. Anche noi, come i due discepoli, abbiamo bisogno che Qualcuno ci spieghi il senso nascosto delle cose, che ci indichi “ l’Oltre e l’Altro ” di ciò che accaduto, il perché di questa tragedia e della morte di persone venute da lontano perché amanti della bellezza della nostra montagna, del nostro territorio che si stava incamminando verso un futuro pieno di speranza, grazie anche all’impegno di istituzioni e soggetti coinvolti a vari livelli. Eppure, con il cuore lacerato dal dolore e con le lacrime agli occhi, in questo sabato santo, durante la veglia pasquale, la Chiesa infonde in ciascuno di noi la speranza che “il nuovo sta già nascendo” e ci fa gridare: “Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro. Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia delizia”(Preconio Pasquale). In questa “notte” Cristo passa tra noi vincendo la morte e ci dona la certa Speranza “che il giorno nuovo sarà fonte di luce”. Cristo ha vinto il peccato e la morte; Cristo nostra Speranza è vivo e chiede tutti, nessuno escluso, operatori di Speranza e di novità, gettando via il lievito vecchio dell’individualismo, della mormorazione, del giudizio, della lamentela, dello scoraggiamento e del pregiudizio. Dobbiamo diventare tutti protagonisti della nostra storia umana, sociale, religiosa ed economica. E questo è possibile se diventiamo una vera ed autentica Comunità che condivide gioie e dolori, fatiche e speranze! Allora, facciamo nostro l’invito del nostro Vescovo Mons. Francesco Alfano e impegniamoci a ritrovare “il sentiero della Speranza”. Un sentiero che ha il volto del camminare insieme nella fede, della Comunità, della corresponsabilità, della cura della nostra montagna, della laboriosità, dell’accoglienza gioiosa degli ospiti, della cura dell’ambiente e delle cose fatte ed hanno il sapore del buono. In altre parole, dobbiamo organizzare la Speranza! E questo è possibile se riusciamo a lavorare tutti insieme: istituzioni, enti pubblici e privati, associazioni e singoli cittadini. E’ un cammino difficile, lungo, ma entusiasmante e realizzabile! In questa Pasqua del Signore, come le donne del Vangelo, annunciamo a tutti: Cristo è Risorto, è vivo, è in mezzo a noi, cammina con noi. E’ lui che ha vinto!... Egli ci porta la luce che illumina il buio delle nostre incertezze e dei nostri limiti anche in una tragedia come quella che è accaduta. Non siamo soli! Con il cuore aperto alla Speranza, lunedì dell’Angelo, 21 aprile p.v. alle ore 12:00, presso il Santuario di San Michele celebrerò la Santa Messa in suffragio delle anime delle vittime. Sarà un momento di preghiera, di silenzio, di affidamento e di riflessione. Sono certo che uniti nella fede operosa e nella sicura speranza supereremo questo grande momento di prova. San Michele Arcangelo ci guiderà e proteggerà in questo nuovo tempo.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»