Partirà alle 17:00 di questo pomeriggio da Orta di Atella, la "Marcia per la Vita",una protesta pacifica e un disperato grido di aiuto di chi abita in un territorio compreso fra la provincia di Napoli e di Caserta, dove, secondo stime non ufficiali (poiché non esiste un vero e proprio registro dei tumori) si muore di tumore con una frequenza tre volte superiore rispetto al resto di Italia.Il perché lo aveva già spiegato Roberto Saviano nell'ultimo capitolo del sui libro-inchiesta Gomorra: perché questo terreno è stato usato per oltre vent'anni come sversatoio di rifiuti tossici in modo criminale da imprenditori senza scrupoli con la complicità della malavita organizzata. Rifiuti che dopo anni di accumulo selvaggio si è cercato in questi anni di far sparire in modo (se è possibile) ancora più criminale: attraverso il fuoco. Incoscienti che di giorno preparano il luogo per il falò e di notte appiccano le fiamme su pellami, scarti chimici e pneumatici. Ogni giorno e ogni notte, almeno una volta al giorno: dal primo gennaio 2012 al trentun Agosto 2013 sono stati appiccati 6034 fuochi. Con una media quindi di circa 11 al giorno. Certo, un modo rapido, semplice ed economico per far pulizia: peccato che abbia degli effetti devastanti sulla salute degli uomini e della terra. Perché non bisogna dimenticare che la Terra dei Fuochi è zona agricola e che le verdure prodotte lì si ritrovano anche sulle tavole di Milano o del Nord-Italia o del resto del mondo (come è stato evidenziato da diversi servizi di giornalismo di inchiesta, fra cui l'ultimo, in ordine di tempo delle Iene che ha mostrato come questo cibo contaminato, invece di esser distrutto è consumato e distribuito sia crudo sia congelato) La blogger Selvaggia Lucarelli ha lanciato un iniziativa semplice ma di grande effetto: "Adottiamo la terra dei fuochi"dove personaggi della tv, speacker radiofonici, sportivi, musicisti, cantanti, attori e artisti del panorama italiano hanno "adottato" ciascuno un paese di questo martoriato territorio e diffondere un crescente tam-tam sulla rete.Ma la vera lotta è partita da Don Maurizio Patricello, parroco di San Paolo Apostolo, Parco Verde, a Caivano che con questa iniziativa vuole tenere alta l'attenzione sui problemi della sua terra. Per la marcia "Partiremo da Orta di Atella alle ore 17.00. Attraverseremo la provinciale Caivano - Aversa e arriveremo al santuario della Madonna di Campiglione in Caivano" come si può leggere su internet. Ma Don Maurizio da anni si batte per portare alla ribalta nazionale l'agonia di questi cittadini che hanno avuto o che hanno tutt'ora un parente, un amico o un conoscente che combatte contro un tumore o una leucemia: la penultima iniziativa, Don Maurizio ha dato il via il mese scorso, facendo partire una campagna di sensibilizzazione con rivolta al Papa e al presidente della Repubblica che li ha visti destinatari di 45 mila cartoline provenienti dalla "Terra dei Fuochi". Cartoline che ritraggono sette mamme con la foto dei loro figli morti per i tumori:come Francesco, appena quattordicenne, ma anche come Riccardo, il quale aveva appena 22 mesi. L'iniziativa proseguirà con un'ondata futura di altre 100mila copie che saranno indirizzate alle autorità europee e all'Onu. "Basta affrancarle e inviarle scrivendo un messaggio: gli indirizzi sono già stampati" ha spiegato Don Maurizio." Vogliamo che le autorità vengano travolte da questo grido d'aiuto che non può passare inosservato". Leggere le note di facebook di Don Maurizio in certi momenti fa male: è un resoconto di morte e di violenza ripetuta sul territorio, di vite falciate come quella di Filomena, una ragazza di Frattaminore che il tumore ha strappato a 26 anni all'affetto dei suoi figli piccoli e della sua famiglia, poco più di un mese fa, o di Marianna, una bimba di 8 anni che è stata uccisa dalla leucemia e di cui è lo stesso Don Maurizio a raccontare, quando scrive di Marianna, che per quello che succede "Siamo esausti. Delusi. Nauseati. Addolorati da un Paese che assiste allo sterminio delle nuove generazioni come se niente fosse. Non siamo scienziati. Non sappiamo dare risposte. Siamo solo uomini che vivono sul territorio. E che vedono. Sentono. Conoscono situazioni e drammi. L' ecatombe che si consuma nelle province di Napoli e Caserta è insopportabile. Indegna di un Paese democratico e civile. Una sfida per la scienza. Una vergogna per la politica. Siamo un popolo abbandonato a se stesso"... e ancora "Tutti sappiamo perché si muore tanto di cancro e di leucemia in questa nostra terra. Occorre solo l'onestà e il coraggio di dire la verità. Ammettere come stanno veramente le cose. Rimboccarsi le maniche per salvare il salvabile. Ricordo a chi ha inquinato, deturpato, permesso lo scempio delle nostre terre che " il pane macchiato di sangue innocente è pane che non sazia. È pane che ti soffoca. Pane indigesto. Pane avvelenato. Pane velenoso".Meglio morir di fame che mangiarne un boccone solo." Parole forti, ma che sono purtroppo vere. E che non possono lasciare indifferenti. Così è da questo misto di indignazione, rabbia e stanchezza di contare i morti invece che i vivi, che parte la Marcia per la Vita. Marcia che non richiama l'attenzione su un problema locale, ma vuole ricordare che in Campania non è solo la Camorra a rubarci il futuro, ma anche la morte per due mali terribili: leucemie e tumori. A cui bisogna dire basta per noi e per i nostri figli.