Cronaca
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Pompei - Il ripetitore per cellulari in via Carrara è da rimuovere

I residenti stanno dando battaglia da mesi perché preoccupati dai rischi per la salute che potrebbero derivare dal funzionamento dell’apparecchiatura.

tempo di lettura: 2 min
di Maria Fusco
09/02/2016 15:26:13

Ripetitore della Wind installato in via Carrara. I residenti stanno dando battaglia da mesi perché preoccupati dai rischi per la salute che potrebbero derivare dal funzionamento dell’apparecchiatura. Una battaglia comune in nome della quale i cittadini si sono riuniti in un comitato, assistiti dall’avvocato Gaetano Coccoli, che ha messo a loro disposizione un patrocinio gratuito. La vicenda parte dall’estate scorsa, da quando cioè in via Carrara alcuni residenti avevano iniziato a notare operai al lavoro e un andirivieni di camion. Insomma si procedeva a ritmo serrato per installare la stazione radio base della Wind nel terreno privato ad uso agricolo. “La struttura va rimossa”, ha commentato il legale che ha spiegato che, rispetto al progetto iniziale per il quale sono stati rilasciati autorizzazioni e pareri, ci sono delle vistose difformità, nello specifico tre: una strada di recente costruzione, di accesso al terreno, non prevista nel progetto iniziale per il quale è stata rilasciata l’autorizzazione paesaggistica; un generatore (non contemplato) di supporto al funzionamento del ripetitore che non è ancora allacciato alla rete pubblica e, infine, una recinsione che delimita l’area, realizzata in ferro zincato e fissata al terreno col cemento ma per la quale era prevista rete verde fissata con bulloni. Insomma in ‘corso d’opera’ si è deciso di ‘cambiare’ il progetto. ‘Variazioni’ che altro non sono che difformità assai evidenti, apparentemente non autorizzate, che l’avvocato Coccoli ha rappresentato e che hanno poi fatto scattare il sequestro in uso (cioè senza apposizione di sigilli) dei vigili urbani. Ma c’è anche un altro aspetto. L’Arpac ha chiesto alla Wind di ottenere “debita comunicazione della piena conformità al progetto delle opere realizzate e della data dell’attivazione dell’impianto”. Ma la multinazionale si è limitata a rispondere soltanto che l’antenna è entrata in funzione. “In mancanza di riscontro agli adempimenti di cui sopra, o nell’inottemperanza dei termini prescritti, il parere tecnico rilasciato sarà da intendersi decaduto”. Così scrive l’Arpac. La Wind avrebbe dovuto comunicare le difformità e quindi è stata vaga. Di conseguenza l’antenna, per l’avvocato Coccoli, è da rimuovere.

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