Cronaca
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Santa Maria la Carità - Mozzarelle avvelenate, trovate buste di soda caustica nel caseificio Sorrentino

L'inchiesta "Aristeo" è entrata nel vivo quando i finanzieri hanno bloccato il camion adibito al trasporto del latte e hanno verificato la presenza al suo interno di un liquido in ebollizione. I prodotti sequestrati dalla Guardia di Finanza saranno sottoposti ai controlli dell'Asl.

tempo di lettura: 2 min
di Giancarlo Esposito
13/02/2017 14:57:42

Resa dei conti per i titolari del caseificio Sorrentino, situato sul territorio di Santa Maria la Carità, al confine con Castellammare di Stabia. Gli agenti della Guardia di Finanza hanno trovato buste contenenti soda caustica sul pavimento dell'esercizio commerciale, sostanza pronta per essere mischiata al latte per la produzione delle mozzarelle avvelenate che sono state diffuse sul mercato ed esportate persino all'estero. Il meccanismo era ormai collaudato. Antonio e Vincenzo Croce utilizzavano latte proveniente da bufale malate di tubercolosi e camuffavano l'invecchiamento del latte munto abbattendone la carica batterica mediante alterazione con soda caustica, base minerale utilizzata nella sintesi di coloranti, detergenti e saponi, nella fabbricazione della carta e nel trattamento delle fibre del cotone, nonché nella produzione della candeggina. Agli arresti domiciliari sono finiti pertanto, oltre agli amministratori della Casearia Sorrentino di Santa Maria la Carità, anche Salvatore e Luca Bellopede, amministratori dell’azienda casearia Bellopede & Golino di Marcianise, e Gennaro Falconiero, amministratore del Caseificio San Maurizio di Frattaminore. L'inchiesta "Aristeo" è entrata nel vivo quando i finanzieri hanno bloccato il camion adibito al trasporto del latte e hanno verificato la presenza al suo interno di un liquido in ebollizione, interrogando pertanto l'autista che, dopo qualche titubanza, ha deciso di collaborare con la Procura spiegando che il latte era in fase di fermentazione, ragion per cui fuoriusciva dalle guarnizioni in quel modo. Ma non è tutto. I Bellopede, a quanto pare, erano soliti affumicare le provole bruciando cartoni e volantini contenenti colla, piuttosto che utilizzare la paglia in ottemperanza alla normativa vigente, e adoperavano il latte troppo vecchio per la produzione dei formaggi stagionati. Pare comunque che l'adozione della soda caustica per camuffare l'invecchiamento del latte fosse una prassi consolidata e tollerata nell'ambiente, sebbene tanti clienti fossero soliti annullare gli ordini. I prodotti sequestrati dalla Guardia di Finanza saranno dunque sottoposti ai controlli dell'Asl, che dovrà accertare cosa contengano al loro interno e fare ulteriore luce su questa vicenda a tinte cupe.

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