Commercializzavano mozzarella di bufala con marchio DOP contraffatto, in quanto prodotta con l’aggiunta di latte vaccino e alteravano sistematicamente il latte usato per la produzione aggiungendo alla materia prima della soda caustica, prodotto potenzialmente dannoso per la salute pubblica, con l’intento di mascherare il processo di acidificazione e abbattere la carica batterica.
Gli amministratori e i soci di tre caseifici, tra cui un'attività commerciale presente sul territorio di Santa Maria la Carità, e i titolari di un allevamento bovino e bufalino di San Potito Sannitico, in provincia di Caserta, sono finiti nei guai per aver utilizzato latte proveniente da bufale malate di tubercolosi e aver camuffato l'invecchiamento del latte munto alterandolo con la soda caustica, base minerale utilizzata nella sintesi di coloranti, detergenti e saponi, nella fabbricazione della carta e nel trattamento delle fibre del cotone, nonché nella produzione della candeggina.
L'operazione "Aristeo" è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Caserta e coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere con l'ausilio dell'Asl, che ha consentito di smascherare un sistema che prevedeva la contraffazione della denominazione d'origine delle mozzarelle con l'uso di un additivo non autorizzato e l'immissione sul mercato di prodotti pericolosi per la salute dei consumatori.
Sono finiti pertanto agli arresti domiciliari Salvatore e Luca Bellopede di Marcianise, amministratori dell’azienda casearia Bellopede & Golino di Marcianise, Vincenzo e Antonio Croce, amministratori della Casearia Sorrentino di Santa Maria la Carità, e Gennaro Falconiero, amministratore del Caseificio San Maurizio di Frattaminore. I tre caseifici coinvolti, due del napoletano e uno casertano, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza.
Gli allevatori Marcellino, Cecilia e Carmine Crispino, Anna Altieri e il procacciatore d’affari belga Antony Ciervo, inoltre, hanno incassato il divieto ad esercitare la propria attività imprenditoriale per i prossimi sei mesi.
Le aziende sequestrate sono state affidate ad un amministratore giudiziario, che continuerà l'attività accertandosi del rispetto delle normative in seguito ai controlli già avvenuti sugli impianti, sulle materie prime e sui prodotti giacenti.
Eloquenti sono le intercettazioni ascoltate dagli inquirenti per smascherare la truffa. «Pure se lo quagliamo - spiega Salvatore Bellopede al fratello - si sente puzza, si fa a parte e ci mischiamo un po' di soda dentro». Una testimonianza evidente del meccanismo perverso adottato per alterare il latte, effettuando tra l'altro un uso illecito del marchio DOP ed esportando il prodotto all'estero, incuranti del rispetto delle normative in essere e della salute dei consumatori.
Il tecnico gialloblù prepara la sfida contro l'Empoli, ribadendo l'importanza di affrontare ogni partita con mentalità e grinta.