«Assolto perché il fatto non sussiste». Dopo 22 udienze e 2 anni e mezzo di calvario, arriva l'assoluzione per il re delle farmacie Nazario Matachione, finito alla sbarra con l'accusa di evasione fiscale. Il pm della Procura di Torre Annunziata, Sergio Raimondi, aveva invocato 3 anni di carcere e il sequestro di un patrimonio dal valore complessivo di 8 milioni di euro per l'imprenditore vesuviano. Ieri la parola fine sul caso, accolta con le lacrime agli occhi dallo stesso imputato.
La linea difensiva del milionario originario di Torre del Greco, assistito dall'esperto avvocato Elio D'Aquino, ha di fatto smontato l'impianto accusatorio, chiedendo l'assoluzione con formula piena. Ci sono volute due perizie tecniche sui conti di Matachione per accertare l'assoluta estraneità ai reati a lui contestati a seguito dell'inchiesta condotta dalla guardia di finanza del gruppo di Torre Annunziata. Era il 16 novembre nel 2017 quando la Fallimentare sentenziò il crac dell'impero economico dell'imprenditore: secondo le fiamme gialle dal 2009 al 2012 da ben sei aziende 'controllate' dallo stesso matacchione sarebbero transitati circa 12 milioni di euro di fatto evasi al fisco.
Flussi ingenti di denaro, rivalutati nel corso del processo fino a divenire poco più di 900mila euro: determinanti in quest'ottica le consulenze del perito di parte Andolfo, che hanno sancito la definitiva rivalutazione degli stessi importi. Lo stesso Nazario Matachione, mesi fa, aveva rilasciato una dichiarazione spontanea ribadendo con forza la sua innocenza. Ieri anche la giustizia gli ha dato ragione, assolvendo assieme a lui anche il 36enne stabiese Vincenzo Coppola e la 34enne nativa di Gragnano Teresa Di Martino, entrambi amministratori di farmacie del gruppo e accusati di aver fornito dichiarazioni dei redditi 'infedeli'.
Non solo commozione, ma anche voglia di rivalsa nelle intenzioni di Nazario Matachione, desideroso ora di rifarsi nei confronti del colosso farmaceutico Alliance Heathcare Italia, a suo dire tra le principali società artefici del suo fallimento. Già nei prossimi giorni i legali dell'uomo proveranno a valutare i margini di una causa di risarcimento multimilionaria. Ora, comprensibilmente, c'è da gioire per il riconoscimento di una vittoria importantissima in tribunale: «L'esito del processo - ha fatto sapere lo stesso avvocato D'Elia - evidenzia ancora una volta la necessità da parte dei cittadini di aver piena fiducia in chi ha il compito di giudicare, quanto accaduto ieri ne è la prova».