“Questa giornata non è solo un momento di commemorazione, ma un simbolo di speranza e rinascita per l'Italia intera”. Con queste parole il sindaco di Torre del Greco, Luigi Mennella, ha aperto il proprio discorso in occasione delle celebrazioni per la Festa della Liberazione, tenutesi come ogni anno all’interno della villa comunale intitolata alla medaglia d’oro al valor militare Vincenzo Ciaravolo. A partecipare, tra gli altri, la vicepresidente del consiglio regionale Loredana Raia; il presidente del consiglio comunale Gaetano Frulio; le autorità civili e militari cittadine, i rappresentanti delle associazioni mutilati e invalidi di guerra e combattenti e reduci, guidati dal presidente Antonio Cetronio, oltre ad un nutrito gruppo di cittadini comuni.
La cerimonia, che si è svolta in modo consono al lutto nazionale proclamato per la morte di Papa Francesco, si è snodata prima a ridosso della casa del combattente, con la cerimonia dell’alzabandiera e l’inno nazionale, prima degli interventi, e poi nella zona del monumento ai caduti all’interno della villa, dove è stata deposta una corona di fiori. Proprio al Pontefice è stato dedicato un passaggio del discorso del primo cittadino: “Quest’anno la giornata di memoria e di festa è velata da un dolore profondo: la scomparsa di Papa Francesco. Un uomo che, con la sua umiltà e la sua voce profetica, ha saputo parlare al mondo intero, testimoniando valori di fratellanza. La sua figura, amata anche da chi non condivideva la sua fede, ha rappresentato un faro morale nei tempi incerti che stiamo vivendo. Nel giorno in cui ricordiamo chi ha dato la vita per un’Italia libera e giusta, rendiamo omaggio anche a un uomo che ha speso la sua esistenza al servizio dell’umanità. Le sue parole, come quelle dei partigiani, ci invitano a non dimenticare, a non rassegnarci mai all’ingiustizia, a scegliere sempre la parte dell’uomo, della pace e della speranza”.
“Il 25 aprile 1945 – ha ricordato ancora il sindaco Luigi Mennella – segna la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. È un giorno in cui il coraggio e il sacrificio di tanti uomini e donne hanno permesso di riconquistare la libertà e la dignità. Le forze partigiane, insieme agli alleati, hanno combattuto per un'Italia migliore, un'Italia che potesse finalmente liberarsi da un regime oppressivo e tornare a essere un Paese democratico”.
Ma cosa significa tutto questo per Torre del Greco? “La nostra città, come molte altre – ha evidenziato – ha vissuto momenti di grande difficoltà durante la guerra. Le strade che oggi percorriamo erano un tempo teatro di sofferenza e speranza. I nostri concittadini hanno partecipato attivamente alla Resistenza, contribuendo a scrivere pagine importanti della storia locale. Ricordiamo con rispetto e gratitudine coloro che hanno lottato per la libertà, spesso a costo della propria vita”.
“Il 25 aprile non è solo una data da ricordare – ha infine concluso il primo cittadino – ma un invito a riflettere su quanto sia preziosa la libertà. Oggi, più che mai, è fondamentale trasmettere ai giovani il valore della democrazia e della partecipazione attiva nella vita civica. La nostra città, con la sua storia e le sue tradizioni, deve continuare a essere un esempio di unità e solidarietà. In questo giorno di celebrazione, ricordiamo anche l'importanza di costruire un futuro migliore, dove i valori di giustizia, uguaglianza e rispetto per tutti possano prosperare. La Liberazione ci insegna che, anche nei momenti più bui, la luce della speranza può brillare se ci uniamo per un obiettivo comune”.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»