Non si placano le indagini dei carabinieri dopo la bomba piazzata all'esterno dell'hotel Astoria, a Vico Equense. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro e sono a lavoro per ricostruire l'esatta dinamica del raid e la motivazione alla base dello stesso. Le modalità indirizzano i militari verso la pista del racket anche se il titolare ha smentito qualsiasi tipo di avvicinamento dai membri dei clan del comprensorio stabiese. Al momento sono stati acquisiti le immagini del sistema di videosorveglianza che hanno immortalato i terribili momenti della deflagrazione. Un uomo, accompagnato da un complice, si sarebbe recato all'esterno dell'attività, avrebbe piazzato la bomba e si sarebbe allontanato con uno scooter. I carabinieri della locale stazione stanno ora provando a risalire al motorino così da poter identificare quantomeno il proprietario.
Ma la pista del racket non è l'unica battuta dalle forze dell'ordine. Considerato che il titolare è molto noto in città, in quanto possiede anche un lido sulla spiaggia di Vico Equense, non si esclude che possano esserci stati degi screzi con qualche altro imprenditore che si sarebbe così vendicato. Ha poche conferme invece la pista che porta ad una baby gang. Il modus operandi, tuttavia, è fin troppo simile ai raid di matrice camorristica. Nel piccolo Comune costiero la paura è tanta: i clan potrebbero dare inizio ad una serie di estorsioni anche nel territorio vicano. Non sarebbe la prima volta che il crimine organizzato provi a spostare i propri affari in penisola sorrentina: basti ricordare gli arresti di qualche mese fa per spaccio nei quali furono coinvolti diversi esponenti del clan Di Martino, fra cui lo stesso figlio di Leonardo Di Martino o' lione, Fabio.
Di Bari: «Attendiamo fiduciosi la verità». Il sindaco Vicinanza: «Un pezzo della nostra identità è stato lacerato con violenza». Ruotolo: «Il primo pensiero va alla famiglia Parlato. La città è parte lesa.»