Si è tenuto ieri pomeriggio, presso il salone Viviani di Cappella Sant'Anna, il convegno in onore del professor Francesco Paolo Bonifacio, già presidente della Corte Costituzionale e ministro di Grazia e Giustizia, in occasione del trentennale della scomparsa.
All’iniziativa, promossa da Rotaract e Rotary club di Castellammare, di cui Bonifacio è stato socio, e dalle associazioni Italia XXI e Italia Solidale, è stato concesso il patrocinio dall’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata, rappresentato in sala dall’avvocato Mario Afeltra quale membro del Consiglio dell’Ordine stesso oltre che relatore al convegno, affiancato dall’avvocato Armando De Crescenzo e dai docenti dell’Università “Federico II” di Napoli, Antonio Palma ed Erik Furno. La figura dell’illustre stabiese è stata ricostruita e approfondita nei suoi vari aspetti attraverso le loro prestigiose relazioni, oltreché dal ricordo personale del nipote Antonio Bonifacio. A moderare il convegno è stato il presidente della commissione Azione Professionale del Rotaract club di Castellammare, Antonio Clemente.
Nato a Castellammare nel 1923, studioso e docente di diritto romano già a partire dal 1949 in diversi atenei italiani, tra cui Cagliari, Bari e Napoli, ha legato il proprio nome a importantissime pubblicazioni accolte con favore sia in Italia che all’estero. Politicamente su posizioni cattoliche e liberali, inizia il proprio impegno politico negli anni ’50, prima come consigliere comunale della Democrazia Cristiana della nostra città e successivamente come consigliere provinciale. È poi membro laico del C.S.M. dal 1959 al 1963, anno in cui il Parlamento Italiano lo elegge giudice della Corte Costituzionale. Nel 1973 assume la presidenza della Corte, che manterrà fino al 1975, anno di cessazione del mandato di giudice costituzionale. Il 1976 è invece l’anno del ritorno alla politica attiva con la nomina a ministro di Grazia e Giustizia nell’ultimo governo presieduto da Aldo Moro, cui seguirà la conferma nei successivi due guidati da Giulio Andreotti, oltreché con l’elezione a senatore nelle liste dello scudo crociato. Nel 1979, terminata anche l’esperienza di governo, resta senatore per altre due legislature, fino al 1987, ricoprendo l’incarico di presidente della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama.