Concludiamo questo tour artistico, legato alle sculture del Crocifisso presenti nelle chiese stabiesi parlando di quello che è il più celebre, oltre a essere quello più venerato dalla pietà popolare del territorio.
Il Cristo Crocifisso, che domina l’altare della sacrestia vanvitelliana della Basilica di Santa Maria di Pozzano è una notevole scultura lignea databile ai primi anni del Seicento. Il culto è legato all’eruzione del Vesuvio del 1631.
In un documento del 1694 si parla di questo Cristo trovato in mare durante l’eruzione del Vesuvio del 16 dicembre 1631, che risparmiò miracolosamente Castellammare. In conseguenza di questo evento, il Capitolo Cattedrale invitò la cittadinanza a recarsi processionalmente nella chiesa di Pozzano, il giorno 11 maggio di ogni anno, per cantare le lodi al Signore.
È da escludere l’ipotesi di provenienza del simulacro dalla distrutta chiesa della Vergine del Carmine di Torre Annunziata (come riportato in scritti web superficiali), in quanto, il Crocifisso scomparso a Torre Annunziata presentava la testa calva ed era completato da una parrucca, mentre la nostra scultura presenta la capigliatura intagliata nel legno.
Il popolo stabiese ha sempre invocato questa effige nei momenti più tristi come terremoti, guerre e pestilenze, ma la sua ostensione ha anche incorniciato alcune delle pagine più gloriose della storia di Castellammare.
L'attuale croce che ospita la scultura è impreziosita dal reliquario contenente un frammento del legno della vera Croce di Cristo. La città ogni 25 anni celebra un Giubileo in onore del Crocifisso, la cui festa annuale cade nella solennità della SS. Trinità. Il simulacro è stato venerato da San Giovanni Paolo II in occasione della visita del Pontefice a Castellammare di Stabia il 19 marzo 1992. Il Venerdì Santo 2022 la Via Crucis cittadina con il SS. Crocifisso di Pozzano ha sancito la fine della pandemia legata al Covid-19.
di Egidio Valcaccia
Il sindaco Vicinanza: «i controlli all’impianto avvenivano periodicamente»