Cultura & Spettacolo
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Castellammare - Una città ricca di storia, di arte e di grandi contrasti

Un viaggio tra i tesori di Stabiae e la sua storia. Tutto ciò che c'è da sapere sulla città perla del golfo.

tempo di lettura: 19 min
di Valeria Cimmino
01/06/2022 08:35:21

Una città ricca di storia, di arte e di grandi contrasti; un luogo che ha origini antichissime, così antiche da perdersi nel tempo; una civiltà che, secondo le fonti, sembra far risalire la propria fondazione ad un evento mitico e alla figura di Ercole: Castellammare di Stabia.

Un'immensa distesa d'acqua a lambire la sabbia nera, vulcanica. Uno specchio salmastro talvolta increspato dal vento e dalle correnti del golfo, che sfuma dall'azzurro zaffiro allo smeraldo verde, come il riflesso del Monte Faito che si staglia imponente; ma  basta voltare il capo per ammirare la maestosità del Vesuvio che in primavera si tinge di giallo e profuma di ginestre. Lo spettacolo che ci si ritrova dinanzi, percorrendo la Villa Comunale genera emozioni forti, quando il cielo è terso sembra di sfiorare con un dito l'isola di Ischia e di Capri;  uno dei punti più mozzafiato da cui ammirare l'intero Golfo di Napoli.

Siamo a Castellammare di Stabia, l'antica Stabiae. Le sue origini, ancora incerte, risalgono almeno all’VIII secolo a.C , come  documentano alcuni ritrovamenti. Situata a sud della città di Napoli, nel territorio compreso tra la fine della zona vesuviana e l'inizio della penisola sorrentina,  in una piana di natura alluvionale-vulcanica, adagiata nella conca del golfo di Napoli, protetta a sud dalla catena dei Monti Lattari, mentre verso oriente dalle campagne attraversate dal fiume Sarno.  Una città che non chiede ai suoi visitatori ed abitanti di scegliere fra archeologia ed arte,  fra mare, montagna e collina, fra sacro e profano. Un luogo ricco di storia, cultura e beni paesaggistici. Attraversando  Castellammare si potranno ripercorrere passo dopo passo le fasi storiche che il nostro Paese ha attraversato. Una città che ha dato i natali a numerosi artisti: pittori, musicisti, compositori, poeti, commediografi e attori. Un viaggio attraverso i secoli, è ciò che potrai rivivere, ma non ad occhi chiusi, bensì spalancandoli bene, insieme al cuore, ed osservando attentamente le bellezze straordinarie ed i beni culturali che Castellammare di Stabia può regalarci.

Siamo in Villa Comunale, il parco principale della città che con il suo Lungomare corre lungo la fascia costiera per più di un chilometro; alle spalle lo storico Gran caffè Napoli, celebre non solo per le specialità dolciarie, ma  per la presenza di personaggi illustri che l’hanno frequentato: Benedetto Croce, il primo Presidente della Repubblica Enrico De Nicola, Matilde Serao, il principe di Sant’Antimo e di Moliterno e tanti altri esponenti del mondo della letteratura, della politica e dello spettacolo. Di fronte la Cassarmonica in ferro e vetro, una preziosa opera architettonica che si erge maestosa sul tratto di Villa Comunale antistante piazza Principe Umberto,  a pochi passi di distanza, dal Monumento ai Caduti. La Cassarmonica, consegnata alla cittadinanza nel 1911 , gioiellino architettonico, in perfetto stile liberty, come voleva la tendenza del tempo, fu opera del giovanissimo ingegnere stabiese Eugenio Cosenza, fratello minore di Giuseppe, noto archeologo locale.

Ci guardiamo intorno, bramosi e curiosi di conoscere una città custode di innumerevoli tesori da scoprire. Un viale alberato alle nostre spalle, viale dei platani, sembra invitarci ad imboccarlo, la brezza leggera e salmastra scuote i rami e ci indica il percorso. Passo dopo passo, sul selciato in tufo, i piedi prendono sempre più ritmo tanta è la voglia di seguitare quel percorso incantato, eppure ad un tratto ci arrestiamo di scatto. Qualcosa ha attirato la nostra attenzione: un suono lontano e magnetico, tocco di campane. Ci voltiamo a sinistra verso quel ritmo deciso e costante e lo sguardo viene inevitabilmente rapito da una piazza, ampia e di forma irregolare: Piazza Giovanni XXIII. La attraversiamo. Da un lato la Cattedrale dedicata alla Madonna dell'Assunta e a San Catello, il Patrono della città, protettore dei forestieri. La Cattedrale è solo una delle circa 50 chiese presenti sul territorio stabiese. Una grande chiesa i cui lavori di costruzione risalgono al 1587, anche se la consacrazione  avvenne solamente nel 1893. a forma di croce latina,  divisa in tre navate, una centrale e due laterali sulle quali si aprono cinque cappelle, tra cui quella dedicata al patrono  stabiese; fu proprio durante la costruzione di questa cappella, che vennero ritrovati reperti archeologici e strutture riconducibili a necropoli, strade, case e botteghe risalenti all'epoca romana. Tra le opere principali conservate al suo interno la Deposizione di Juseppe  De Ribera, detto lo Spagnoletto, una statua di San Michele arcangelo, di epoca medioevale, oltre a dipinti di Domenico Morelli, Angelo Mozzillo, Giacinto Diano ,Giuseppe Bonito, Nunzio Rossi e Vincenzo Paliotti.

Dall'altro lato della piazza, Palazzo Farnese, oggi sede del Comune, di fronte il Museo Diocesano ed infine due stradine che si biforcano e che entrambe ci conducono al centro storico, con le sue chiese antiche fra cui La Chiesa del Gesù con al suo interno una tela di Luca Giordano, la Chiesa del crocifisso  e delle anime del Purgatorio, di San Bartolomeo, di Maria di Portosalvo, di Santa Caterina e molte altre. Dopo averle ammirate, ridiscendendo da un vicolo  ci troviamo in una vasta piazza piena di fontane e zampilli briosi, con una chiesa preceduta da una lunga scalinata (Chiesa dello Spirito Santo e di San Ciro); Piazza Fontana Grande, antico centro nevralgico di Castellammare di Stabia. La piazza si apre alla base della collina ,  sul costone roccioso si erge una struttura con cinque arcate, molto probabilmente di origine romana, al cui centro è posta un'edicola votiva . Al di sotto di essa si apre un colonnato semicircolare che racchiude la fontana che dà il nome alla piazza. Alla sinistra del colonnato è posta la chiesa dello Spirito Santo. Ci troviamo nel quartiere Acqua della Madonna dal nome di una delle acque più celebri della città; poco più avanti le fabbriche in cui venivano imbottigliate per poi essere esportate anche all'estero, le acque Acetosella ed Acqua della Madonna. Diverse inoltre, in questa zona, le bocche e le fontane in cui è possibile attingere l'acqua.

Ritorniamo un po' indietro e raggiungiamo presto un'altra grande piazza circolare con al centro un'alta torre con un orologio: Piazza Cristoforo Colombo, detta Piazza Orologio. Attraversiamo la strada ed attratti dal rumore del mare ci ritroviamo dinanzi l'entrata del Porto e della capitaneria. L'odore delle cime consumate dall'acqua salmastra ed arse dal sole  e la vista della fitta rete di intrecci degli alberi delle imbarcazioni, con le vele alcune spiegate al vento altre issate, ci emoziona a tal punto da farci sostare per alcuni minuti a rinfrancarci e ad ammirare il  luccichio del  mare, godendo del sole caldo e cullante, per poi riprendere il nostro itinerario.

Proseguendo oltre il porto ci imbattiamo nel Cantiere navale,  fatto costruire durante il Regno borbonico, così come altri impianti e fabbriche. Dai rumori provenienti dall'interno percepiamo che è in piena attività, ed il pensiero non può che andare alle maestose navi costruire qui e varate, fra cui la più nota, la nave scuola Amerigo Vespucci.

Ancora qualche passo e ci ritroviamo davanti alle Antiche Terme, un tempo in funzione,  con le sue 28 sorgenti di acque minerali e curative. Col sole ormai alto  proseguiamo il nostro cammino, attraversiamo Pozzano con le sue spiagge, e ne risaliamo la collina  lungo la via Panoramica fino a giungere dinanzi al Castello Medioevale, un'imponente fortezza che dall'alto sovrasta l'intera città. Lo stupore è immediato. Il Castello è fiero e potente, vigila silenzioso sull'intero golfo. Solitario nel suo maestoso rigore.  Di fianco da un lato una ripida discesa, formata da circa 500 scalini, conduce al centro storico della città, dall'altro una stretta viuzza estremamente panoramica: Via Fratte, si interseca con altre strade del centro antico, passando dinanzi ad alcune chiese: San Matteo, San Francesco, San Giacomo. Sulla via principale invece, al lato opposto del castello, vi è  il Santuario della Madonna della Libera, risalente  al XV secolo,  (ha assunto l'aspetto attuale solo a seguito dei lavori di ampliamento dagli  anni sessanta). Il santuario custodisce un dipinto bizantino, del X secolo, raffigurante la Madonna con in braccio il Bambino Gesù e a sui lati i santi Cataldo e Giovanni Evangelista. Più avanti invece ci imbattiamo nel Santuario della Madonna di Pozzano, risalente al XVI secolo e consacrato nel 1874. Il Santuario conserva la tavola raffigurante la Madonna di Pozzano, compatrona di Castellammare di Stabia, miracolosamente ritrovata nel pozzo. Ospita al suo interno opere di Paolo Di Matteis, di Girolamo Cenatiempo  di Bernardino Fera, Sebastiano Conca e Giacinto Diana. Di notevole fattura è la sagrestia, realizzata su disegno dell'architetto Luigi Vanvitelli, al cui interno  è ospitato un crocifisso ligneo risalente al XVII secolo (oltre al santuario della Madonna della Libera e della madonna di Pozzano, ricordiamo anche quello di Santa Maria della Sanità e del Sacro Cuore). Proseguiamo  per alcuni chilometri fino a quando d'un tratto  notiamo una salita alla nostra destra. È ripida, tanto da farci sospettare che alla fine possa esserci una straordinaria sorpresa. La imbocchiamo. Terminata la pendenza, scorgiamo un lungo viale. Lo percorriamo. Siamo stanchi ma ci sentiamo improvvisamente quasi catapultati in un'altra realtà e cullati in avanti. Da lontano iniziamo a scorgere un ampio edificio di colore rosso vermiglio: la Reggia di Quisisana. Man mano che ci avviciniamo attraversando il viale alberato possiamo sentire echeggiare nel silenzio della natura il rumore degli zoccoli dei cavalli e delle carrozze trainate. Giunti dinanzi all'entrata della Reggia l'emozione è forte da farci sobbalzare il cuore. Di origini angioine, divenuta sede di tutti i Regni e dominazioni che nei secoli si sono susseguite, fino a diventare uno dei Siti Reali Borbonici,oggi sede del Museo Archeologico Libero D'Orsi, è situata in posizione dominante sulla città. È  formata da tre corpi di fabbrica: il primo, su due livelli.  Il secondo corpo è ubicato perpendicolarmente rispetto all'ingresso, sul ciglio della collina, anch'esso su due livelli con l'aggiunta del sottotetto. Infine la terza parte scende lungo il pendio della collina ed è caratterizzato dalla presenza di un portico. All'interno della reggia è presente un giardino all'italiana. Addentrandoci nel parco della reggia scopriamo che da lì si può giungere ai boschi e alla salita per Monte Faito (via alternativa alla panoramica funivia che parte dal centro di Castellammare).

Riprendiamo il nostro viaggio. Da subito notiamo che la strada inizia a declinare. Un po' stanchi proviamo a rilassarci  godendo della tranquilla passeggiata, ma ecco che di nuovo ci ritroviamo dinanzi a qualcosa che sembrerebbe interessante: le Terme Nuove ed il parco, ahimè anch'esse come le Vecchie, purtroppo chiuse da qualche anno.

Proseguiamo. Dall'aspetto e dalla forma che la città ha preso intuiamo di aver raggiunto il centro moderno, eppure ancora sulla destra una misteriosa salita, ripida e seminascosta dalla vegetazione. Ci avventuriamo impavidamente ed ecco che ben presto ci ritroviamo su Via Passeggiata Archeologica e come il nome stesso ci suggerisce, abbiamo finalmente trovato le sublimi e ben note Ville di Stabiae, (famose oltre che per il loro stile estremamente raffinato, soprattutto per gli affreschi, molti dei quali oggi conservati al Museo Archeologico di Napoli): Villa San Marco e Villa Arianna, sepolte insieme a Pompei, Ercolano ed Oplonti dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e portate alla luce per la prima volta nel 1749 durante la campagna di scavi voluta da Carlo di Borbone.

Rinfrancati nello spirito, dopo aver ammirato la straordinaria bellezza delle Ville, possiamo riprendere il cammino. Percorrendo alcuni chilometri attraversiamo una parte più moderna della città; il quartiere San Marco, con lo Stadio Romeo Menti, in cui gioca  la squadra della città: la Juve Stabia. Proseguendo incontriamo Villa Gabola, e dopo Grotta San Biagio, l'ipogeo romano che si trova ai piedi della collina di Varano, in corrispondenza delle Ville di Stabiae.

Giungiamo poi al Viale Europa e da lì ci ritroviamo nel centro economico e commerciale della città. Percorriamo Piazza Spartaco, Piazza Matteotti con la  Ferrovia dello Stato (Castellammare  è stata una delle prime città italiane ad essere raggiunta da una linea ferroviaria: nel1845 venne aperta infatti la linea che collegava la città stabiese con Napoli, prolungamento della prima ferrovia italiana), Via Roma, Via Catello Fusco, Via Santa Maria dell'Orto (le vie dello shopping stabiese) fino a giungere nuovamente a Piazza Principe Umberto e da lì scorgere su via Mazzini l'arco di San Catello, un altro dei monumenti simbolo della città. Non ci resta che percorrere il Corso Vittorio Emanuele, parallelo al Corso Garibaldi, che costeggia la Villa Comunale ed il Lungomare. Attraversando Corso Vittorio Emanuele possiamo ammirare i bei palazzi collocati su entrambi i versi della strada: fra questi ricordiamo Palazzo Alvino, risalente alla metà del XIX secolo, edificato dal famoso architetto napoletano Enrico Alvino, impropriamente chiamato palazzo Vanvitelli,  per molti anni sede dell’Hotel Royal,  oggi ospita la Biblioteca Comunale, il Palazzo del Fascio, edificato nei primi anni '40 in uno stile rigoroso ed austero, tipico della corrente artistica del tempo: il razionalismo. Infine ci imbattiamo nel palazzo della Banca Stabiese, ex sede della Banca D'Italia.

Il sole sta tramontando, non ci resta che attraversare la strada e ritornare sul lungomare.  Ci sediamo su una panchina, la sabbia umida dell'arenile è a pochi centimetri dai nostri piedi. Le onde si infrangono sulla battigia. Il cielo si è tinto di svariate sfaccettature dall'arancio al magenta. Guardiamo il sole calare dietro l'orizzonte;  così sereno, tutto protetto dalla conca del Golfo.

Le origini della città

Grazie a vari ritrovamenti sappiamo  che la città era già abitata a partire dall’VIII secolo a.C. Non è difficile comprendere come la favorevole posizione sul mare, in una zona ricca di acque e con pianure fertili di origine vulcanica, abbia facilmente rappresentato un luogo ideale per lo sviluppo urbano. Sappiamo che i primi insediamenti si ebbero in quella che oggi corrisponde alla collina di Varano, che all’epoca sporgeva a picco sul mare, poiché l'area dove oggi sorge l’attuale città, era ancora in parte sommersa dalle acque. Diverse sono state le prime dominazioni che si sono susseguite nel tempo come sanniti, Etruschi, Greci. Eppure la storia della fondazione dell'antica Stabiae sembra essere legata ad un evento mitico, ricondotta in una leggenda, riportata da autori latini, quali Solinus, Oneratus, Capella ed Isidoro  di Siviglia. La nascita dunque del primo insediamento sarebbe, secondo le fonti, attribuita ad Ercole di ritorno dalla Spagna nel 1283 a. C., dopo la cattura dei buoi di Gerione, Re delle Baleari. Secondo poi alcune testimonianze, sarebbe sorto un tempio dedicato all'eroe, sull'isolotto di Rovigliano, da cui l'antico ed originale nome di Petra Herculis. Le origini del toponimo "Stabiae" sono invece da ricondurre al termine stabulum (stalla) inteso come un sito adatto all'allevamento ed allo stallaggio del bestiame o derivante dalla radice del verbo greco "Lotnut" sostare, da cui luogo di sosta e di soggiorno. L'abitato arcaico, era, come detto, localizzato sul pianoro di Varano, in posizione strategica sia per i collegamenti con l'entroterra che con la costa. In questo periodo Stabiae svolge un ruolo commerciale rilevante, come emporio etrusco, documentato dalla considerevole presenza di ceramica etrusca e locale, prevalente su quella d'importazione greca. Stabiae venne conquistata da Roma nel 340 a.C. Durante questa fase la città ebbe un nuovo periodo di prosperoso splendore. É a questo periodo che risale l'edificazione della prima cinta muraria, divenendo così un borgo dedito, ancora, alla produzione dell'agricoltura. Intorno alla città fortificata si svilupparono numerose fattorie che con il passare del tempo diedero origine a loro volta a piccoli borghi: questa zona, nota come Ager Stabiano, comprendeva aree attualmente inglobate nei comuni di Gragnano, Casola di Napoli, Santa Maria la Carità e Sant’Antonio Abate, e  alcune  appartenenti alla stessa Castellammare di Stabia, come il rione San Marco e Pozzano, che all’epoca veniva chiamata Fogliano, dal nome del dio Foglianum, protettore della natura. Durante la II Guerra Punica, cosi come riportato da Silio Italico, alcuni giovani stabiani presero parte alla spedizione su una nave della flotta di Marco Claudio Marcello. Durante la Guerra Sociale, Stabiae venne assediata da Lucio Cornelio Silla, e soltanto dopo una lungo periodo la città si arrese e fu completamente rasa al suolo, diventando porto di Nuceria. Stabiae venne tuttavia immediatamente ricostruita ma non più come città fortificata, bensì come luogo abitativo per ricchi patrizi romani, che ricoprirono la collina di ville, con al proprio interno complessi termali, piscine, palestre, templi ed abbellendole con affreschi. Nel 62 d.C. Stabiae fu colpita da un violento terremoto, a seguito del quale gli edifici crollati, vennero ricostruiti o restaurati. Come ben nota poi la violenta eruzione del Vesuvio del 79 d.C.  coprì sotto una fitta coltre di cenere, lapilli e pomici, insieme a Pompei ed Ercolano, la città di Stabiae. Tra le vittime illustri dell'eruzione, ricordiamo Plinio il Vecchio, che era giunto a Stabiae per osservare più da vicino il fenomeno. Se invece vi starete domando da dove proviene l'attuale nome della città, è necessario soffermarsi sugli sviluppi insediativi del periodo medioevale. Gli abitanti di Stabiae, scampati alla distruzione del Vesuvio, costituirono un nuovo villaggio lungo la costa, che a seguito dell'eruzione aveva modificato la propria morfologia,  protendendosi maggiorante verso il mare. Il nuovo abitato, viveva prevalentemente di pesca ed agricoltura, ed entrò presto a far parte del Ducato di Sorrento ed è proprio in questo periodo che risale  la costruzione del castello sulla collina nei pressi di Pozzano, nato con lo scopo di difendere il ducato dalle incursioni barbariche. Siamo nel 1086, quando per la prima volta compare, in un documento, il nome del villaggio, ossia Castrum ad Mare.

Il destino di Castellammare fu segnato successivamente dal susseguirsi di dominazioni che storicamente hanno interessato gran parte dell'area meridionale dello stivale. Durante il corso del Medioevo venne conquistata dagli Angioini, i quali ingrandirono il castello e diedero inizio alla costruzione del palazzo reale sulla collina di Quisisana, utilizzato dai reali per i loro soggiorni estivi. Successivamente, dopo una breve parentesi di dominio degli Svevi, la città passò sotto il controllo degli Aragonesi, che ingrandirono il porto e costruirono nuove possenti mura di cinta. Seguì nel 1541 l’imperatore Carlo V, che diede la città in feudo a Ottavio Farnese, il quale modificò l'assetto strutturale ed urbanistico, e realizzò  un suo palazzo, attualmente ancora denominato  Palazzo Farnese,  oggi sede del Municipio.  L’egemonia dei Farnese durò circa due secoli, durante i quali sono da ricordare alcune vicende come un saccheggio nel 1542, del pirata Dragut; la battaglia dei cristiani contro i musulmani, combattuta a Lepanto nel 1571, alla quale presero parte anche giovani stabiesi sotto il comando di Alessandro Farnese. Il dominio farnese cessò con  l’occupazione di Arrigo di Lorena e in seguito di Carlo d’Asburgo, a seguito della quale, la città passò, nel 1731, sotto il controllo di Carlo di Borbone. Fu questo per Castellammare un  periodo di grandi cambiamenti che portarono la città a diventare fra i centri più floridi del Regno delle Due Sicilie: furono costruiti, nel 1783, i primi cantieri navali italiani, l’industria per la fabbricazione di corde, la cosiddetta Corderia, e venne dato il via, nel 1749, alla campagna di scavo archeologica che riportò alla luce i resti delle ville romane dell’antica città di Stabiae. Venne inoltre ampliato il palazzo reale. L’influsso dei sovrani e le prime cure termali posero Castellammare di Stabia come una meta e tappa fondamentale del cosiddetto Grand Tour ottocentesco. Nel 1842 Castellammare di Stabia divenne una delle prime città italiane ad essere dotata di una linea ferroviaria che la collegava direttamente con Napoli: ciò portò ad un maggiore sviluppo della città, oltre le mura difensive, che diventate superflue furono abbattute.

Con l’Unità d’Italia, la città vide affacciarsi un periodo di forte sviluppo industriale, nell’area nord di Castellammare, intorno alla ferrovia, dove sorsero numerose fabbriche  conservifici, cartiere, pastifici, cantieri metallurgici e diverse industrie meccaniche e tessili. Ben presto, agli inizi del '900 Castellammare parve voler riappropriarsi della vocazione turistica, che l'aveva contraddistinta nella prima metà del secolo precedente. Fu creata una seconda linea tranviaria che collegava la stazione di Castellammare di Stabia direttamente con Sorrento, attraversando tutta la penisola sorrentina. In questo periodo la città attraversò nuovamente un fervente sviluppo di tipo escursionistico, raggiungendo l'apice, grazie alle sue acque, dalle proprietà curative. Se la Grande Guerra non comportò, per la città, tragiche conseguenze, diversamente avvenne durante il  secondo conflitto mondiale, che, tuttavia vide gli stabiesi schierati in campo per difendere la propria comunità. Motivo per cui, in seguito, la città è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valore.

Dove alloggiare a Castellammare di Stabia
La città stabiese offre diverse soluzioni per alloggiare. Dagli alberghi ai b&b, fino alle case vacanza. Tra queste ultime, una soluzione certamente idonea a piccoli e grandi gruppi familiare è quella offerta da Plinio Home Apartments . Si tratta di appartamenti grandi, luminosi e confortevoli situati proprio al centro città, a pochi passi dalle stazioni dei treni e dal porto da cui si può raggiungere località rinomate come Napoli, Pompei, Sorrento, Amalfi, Positano e Capri.

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