Luigi Canotto
La sua prestazione sontuosa ha lanciato la Juve Stabia verso la serie B. Luigi Canotto ha fatto valere la legge dell’ex piegando il Trapani con una prova d’orgoglio e di classe che va ben oltre il gol del raddoppio che ha di fatto chiuso il big-match del Menti. «Sono orgoglioso – sorride l’esterno offensivo –, attendevamo da giorni questa sfida con la carica di chi voleva dimostrare che eravamo la stessa squadra in grado di disputare una stagione straordinaria sino a cinque partite or sono. La rete è stata una liberazione, l’ho inseguita a lungo trovando più volte sulla mia strada Dini oltre alla bandierina dell’assistente che nel primo tempo ha segnalato un fuorigioco quando ho segnato di testa. La soddisfazione è tanta, in tribuna c’era sia la mia famiglia che quella della mia compagna». Funambolica è stata la giocata che è valsa il raddoppio. «Anche se sino a pochi istanti prima ero a terra per un fastidio al polpaccio, quando ho visto Paponi involarsi sulla destra non ci ho pensato più e mi sono lanciato verso il centro dell’area. Inizialmente volevo piazzarla, poi la dinamica dell’azione mi ha portato ad aggirare il portiere al fine di spingere la palla in fondo al sacco. La dedica va ad Antonio Filippi, gli siamo tutti vicini e siamo certi che si riprenderà. Questo è un successo preziosissimo per noi, battere la seconda in classifica evidenzia una volta di più che è la Juve Stabia la squadra che sino ad oggi ha dimostrato maggiormente di meritare la promozione. Onestamente noi non abbiamo mai dubitato del nostro potenziale, sapevamo di essere gli stessi uomini che sino a qualche settimana fa hanno disputato un campionato strepitoso. È stato solo un periodo poco brillante che abbiamo superato grazie allo splendido staff che sin dal primo giorno di ritiro ha fatto sì che si creasse un gruppo unito e compatto. Ora la testa è già alla Sicula Leonzio, prima di festeggiare dovremo conquistare i 5 punti che mancano per conquistare aritmeticamente il primo posto. Uniti si vince». Con l’orgoglio ritrovato il successo è a portata di ali.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»