Foto: Ssc Napoli
Dietro il primato solitario del Napoli (dominatore incontrastato dell’attuale campionato di Serie A), non c’è solo la sgargiante esplosività di Osimhen (17 reti in 21 gare, e 7 nelle ultime 5 in cui ha timbrato il cartellino consecutivamente), l’ubriacante slalomeggiare di Kvicha Kvaratskhelia (10 gol e ben 14 assist in 22 gare) o l’incisività devastante del Cholito Simeone (8 centri in appena 533’ disputati in tutte le competizioni). Il mister Luciano Spalletti è riuscito a plasmare un gruppo straordinario, dove lontano dai riflettori brilla la luce del portierone Alex Meret. L’estremo difensore friulano è l’esempio di come il duro lavoro in silenzio paghi sempre, visto che il talentuoso classe ’97 ex Spal ha dovuto mettere a tacere tanti detrattori che nel corso dell’estate gli avrebbero preferito profili più esperti come Keylor Navas, Kepa o tanti altri. Meret non ha mai battuto ciglio, e con la forte personalità che da sempre lo contraddistingue, ha preso per mano la squadra dando sempre un contributo importante quando chiamato in causa dagli attaccanti avversari. Su tutto, spicca il volo sulla conclusione di Giroud che ha permesso al Napoli di espugnare meritatamente San Siro (sponda rossonera) nello scontro diretto dello scorso settembre.
Ma non è tutto, perché spulciando nelle statistiche viene fuori un dato incontrovertibile: Alex Meret, oltre a difendere i pali della miglior difesa del campionato con appena 15 gol subiti in 21 gare, ha mantenuto la propria porta inviolata in ben 11 delle 28 gare ufficiali divise tra Campionato, Coppa Italia e Champions League. Un dato davvero molto significativo, a poco più di una settimana dal ritorno della massima competizione europea per club che vedrà il Napoli sfidare il lanciatissimo Eintracht Francoforte, quinto in Bundesliga con il secondo attacco del campionato, e capace di imporre il pari casalingo alla capolista Bayer Monaco non più tardi di una settimana fa.
Di Bari: «Attendiamo fiduciosi la verità». Il sindaco Vicinanza: «Un pezzo della nostra identità è stato lacerato con violenza». Ruotolo: «Il primo pensiero va alla famiglia Parlato. La città è parte lesa.»