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Castellammare - Demanio, Montil: stralciato il provvedimento di sospensione delle attività

Il Comune condannato a pagare 2500 euro di spese legali.

tempo di lettura: 2 min
di Massimiliano Palumbo
05/02/2012 12.27.27

Ha avuto fine la querelle tra il comune di Castellammare di Stabia e il cinema Montil, in cui il primo chiedeva con forza la chiusura del secondo. Per il municipio, infatti, dopo un controllo dell'ottobre 2010, mancavano le regolari certificazioni di agibilità. Riassumiamo in breve i fatti. Il 4 gennaio 2011 i proprietario del cinema Montil si vedono notificare dalla polizia urbana un provvedimento di cessazione immediata dell'attività proprio a causa della mancanza delle regolari certificazioni di agibilità. Provvedimento subito impugnato e l'11 febbraio 2011 il tribunale ne decreta la sospensione e la prosecuzione temporanea dell'attività. Nel frattempo la Montil S.A.S si vede contrapposta nelle aule di tribunale al Comune di Castellammare, rappresentato dagli avvocati Cancello e De Simone, e al Demanio. Alla fine la spunta la società proprietaria del cinema sul lungomare stabiese in quanto le certificazioni c'erano tutte. Nella sentenza viene più volte bacchettato e stigmatizzato il comportamento dell'amministrazione comunale che, per anni, dal 2003 (data di fine dei lavori di rifacimento della struttura), ha permesso il regolare svolgimento delle attività commerciali e ora, senza dare modo e tempo alla controparte di mettersi in regola, pretende la chiusura immediata del cinema. Per questo all'amministrazione viene impuntata la totale mancanza del principio di buona fede oggettiva, poichè prima di chiedere la cessazione dell'attività per mancanza di certificati, avrebbe dovuto dimostrare l'impossibilità della controparte nel riuscire ad ottenerli per difetti e lacune gravi. E' stato dimostrato che il cinema Montil utilizzava ancora la vecchia concessione data all'allora proprietario Renato Montillo negli anni '80, passata poi al figlio Renato quando nel 2003 il multisala aveva riaperto i battenti. Nella sentenza si ricorda come il comune, con le precedenti giunte, ha prima autorizzato i lavori di ristrutturazione e ha poi accettato l'inizio delle attività di rappresentazione cinematografica senza effettuare tutti i controlli del caso, permettendo per anni la prosecuzione dell'attività senza eccepire nulla. Per tutti questi motivi, il Comune di Castellammare viene condannato a pagare 2500 euro di spese legali e viene stralciato il provvedimento di sospensione delle attività per il cinema, almeno fino a prossime verifiche.

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