Una pagina lunga oltre dieci anni, tra appalti, revoche, ricorsi e rinvii, sembra ora trovare un punto fermo. La vicenda dell’ex Casa del Fascio di Castellammare di Stabia, edificio storico di via Regina Margherita destinato a nuova vita pubblica, si avvia verso una soluzione dopo una lunga fase di stallo giudiziario e amministrativo.
Con una delibera di Giunta del 22 aprile 2025, l’amministrazione comunale ha approvato l’accordo di mediazione con l’ATI vincitrice dell’appalto firmato nel 2012, successivamente oggetto di revoca nel 2015 da parte della stazione appaltante. Da allora si è aperta una lunga battaglia legale, con tre procedimenti unificati presso il Tribunale di Torre Annunziata: una richiesta di accertamento dell’inadempimento da parte dell’ATI, un’opposizione del Comune a un decreto ingiuntivo, e l’impugnazione di una determina dirigenziale.
La proposta transattiva, formalizzata in aprile dalla ditta, ha escluso il completamento dell’opera (diversamente dalle proposte precedenti) e ha portato le parti a sedersi attorno a un tavolo di mediazione, avviata presso l’Organismo ADR Progest. Dopo l’incontro del 16 aprile 2025, si è arrivati a una bozza d’accordo da 170.000 euro, oltre IVA, che l’Ente ha scelto di accogliere per diverse ragioni: evitare il protrarsi del contenzioso, risparmiare sulle spese legali e di giudizio, e soprattutto scongiurare la perdita del finanziamento pubblico previsto per la riqualificazione.
Come si legge negli atti, la risoluzione consente di “avviare le attività di competenza per garantire la realizzazione dell’opera pubblica, evitando che la durata del processo possa ritardare l’azione amministrativa”. Un passaggio fondamentale, considerando l’entità del fondo vincolato “Più Europa” su cui grava l’intervento, pari a oltre 5,4 milioni di euro, destinati alla manutenzione straordinaria degli immobili comunali.
Il contenzioso ha rappresentato uno dei principali ostacoli alla riqualificazione e futura fruizione pubblica dell’edificio, uno dei più significativi sotto il profilo storico-architettonico del centro cittadino. Il Comune ora potrà finalmente attivarsi per rilanciare il progetto di restauro, auspicabilmente affidando l’opera a una nuova gara o ridefinendo il piano d’intervento, nel solco di una più ampia strategia di recupero del patrimonio storico cittadino.
L’ex Casa del Fascio attende da anni un destino diverso: quello di diventare spazio culturale, istituzionale o sociale. Ora che il passato contenzioso sembra superato, Castellammare può tornare a guardare a quell’edificio come a un simbolo della memoria restituita e del futuro possibile.
Il tecnico delle vespe vicino alle vittime della Tragedia del Faito. «Sono cose che ti segnano dentro. Contro i blucerchiati serviranno voglia di giocare a calcio e ritmo. Adorante? Qualche piccolo acciacco, vedremo se rischiarlo.»