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Castellammare - I tentacoli del clan nel Comune, la famiglia Mosca tra ufficio tecnico e pulizie

La commissione d'accesso ha collegato appalti ed affidamenti ai parenti dei boss del clan.

tempo di lettura: 2 min
di red
15/03/2022 14:21:00

Il clan D’Alessandro per 40 anni ha occupato il Comune di Castellammare di Stabia. E i parenti dei boss di Scanzano erano dipendenti delle ditte che gestivano servizi pubblici per conto dell’ente. La relazione della commissione d’accesso evidenzia le profonde radici che il clan ha piantato nella macchina comunale sin dagli anni ’70, in particolar modo nell’ufficio tecnico. Il fratello di Sergio Mosca, boss arrestato nell’ambito dell’operazione “Domino Bis” con l’accusa di estorsione e associazione di tipo mafioso, ha lavorato come dipendente comunale ininterrottamente dal 1979 al 2019, anno in cui è andato in pensione, svolgendo un ruolo chiave nella gestione degli appalti come istruttore tecnico presso l’ufficio lavori pubblici. A suo carico, tra l’altro, c’è una denuncia nel febbraio 1998 per favoreggiamento. Ma la famiglia Mosca, in realtà, aveva ramificazioni in diversi settori della cosa pubblica. In particolare, la relazione fa riferimento alla presenza della nipote di Sergio, tra le fila dell’impresa di pulizie degli edifici e dei bagni pubblici. L’assunzione della nipote del boss nell’impresa di pulizie, come specifica la relazione, risale al 10 dicembre 2017, per conto della ditta poi espulsa da Palazzo Farnese a seguito delle denunce dell’ex assessore Gianpaolo Scafarto, per le proroghe sospette rispetto alle quali era arrivata anche la bocciatura dell’allora segretario generale Monica Cinque.

Nel merito, la relazione cita anche la deposizione del collaboratore di giustizia Pasquale Rapicano, affiliato al clan D’Alessandro, il quale in due successivi interrogatori ad inizio 2020 dichiarava che “una ditta di pulizie che aveva l’appalto delle pulizie al Comune era riconducibile a Sergio Mosca, lo so perché mia moglie figurava come dipendente. Da qualche mese questa ditta del Mosca non lavora più al Comune ma all’ospedale San Leonardo”, per poi sostenere ulteriormente che “tutti i lavori pubblici sono assegnati a ditte gradite al clan D’Alessandro, tutti pagano l’estorsione, anche quelle che vengono da fuori”. Uno scenario inquietante di infiltrazioni nella macchina comunale che hanno attraversato la gestione amministrativa del Comune di Castellammare di Stabia per diversi decenni. Ed emblematico, nella relazione, è anche il caso dell’autorizzazione per le aree demaniali da destinare a spiaggia libera attrezzata, con particolare riferimento all’area denominata “Pozzano”, assegnata ad una cooperativa il cui amministratore risulta semp reimparentato con Sergio Mosca. La stessa cooperativa aveva ricevuto l’affidamento di quella spiaggia libera nel 2015 e già all’epoca la Dda di Napoli aveva redatto un rapporto nel merito, evidenziando la vicinanza al clan D’Alessandro.

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