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Castellammare - La città chiede il ritorno del Doriforo: appello per la restituzione della statua trafugata da Stabiae

Zuchtriegel e Fragliasso rilanciano la battaglia: "È una questione etica e culturale". Intanto, il Museo Libero D’Orsi celebra il suo primo catalogo.

tempo di lettura: 2 min
di Alessio Esposito
12/04/2025 20:04:11

Castellammare alza la voce per il ritorno del Doriforo. Dal palco del Supercinema, durante la presentazione del primo catalogo del Museo Libero D’Orsi, si è levato un appello forte e chiaro: la statua, trafugata oltre mezzo secolo fa da Stabiae e oggi custodita al Minneapolis Institute of Art, deve tornare a casa. A rilanciare la richiesta il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, e il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso.

«La restituzione del Doriforo non è solo una battaglia legale, ma anche etica e culturale. – ha affermato il direttore Zuchtriegel – È evidente che la statua appartiene a Stabiae e deve essere esposta nel suo museo». A rafforzare la posizione, anche gli studi condotti dalla professoressa Carmela Capaldi, che hanno chiarito il luogo di ritrovamento dell’opera, confermandone l’origine sulla collina di Varano. Il procuratore Fragliasso ha poi aggiunto elementi documentali: «Le tracce di terra ritrovate sulla statua, insieme a comunicazioni interne al museo di Minneapolis che parlano del "furto di Stabiae", confermano ciò che sappiamo. Bisogna parlarne, non possiamo tacere».

L’appello ha fatto da cornice alla presentazione del primo catalogo ufficiale del museo stabiano, curato da Maria Rispoli, direttrice del Museo, con il supporto dello stesso Zuchtriegel e di numerosi studiosi. Il volume (editore Nicola Longobardi) raccoglie oltre 500 schede descrittive e saggi critici, frutto di un lavoro che ha attraversato decenni.Una serata, quella del Supercinema, che ha mostrato quanto Stabiae stia tornando al centro della scena culturale regionale.

Il sindaco Luigi Vicinanza ha sottolineato il ruolo strategico della città nella valorizzazione del patrimonio archeologico. «Il catalogo racconta la nostra identità, ma anche quanto ancora dobbiamo fare», ha detto, ricordando l’importanza della promozione culturale e il lavoro svolto per riportare attenzione sulla Reggia di Quisisana.

A chiudere la serata anche il soprintendente Mariano Nuzzo, che ha ribadito la necessità di una visione territoriale ampia e condivisa: «Stabiae e il suo museo sono una miniera per l’archeologia internazionale». Tra gli annunci, anche quello della riapertura di un affresco simbolico al Museo di Stabia, interpretato in chiave economica e sociale, previsto per il 15 maggio.

L’identità di Stabiae si riscopre così anche attraverso la memoria e la richiesta di giustizia per il Doriforo, in una battaglia che unisce cultura, legalità e appartenenza.

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