"Volevo dare importanza visiva delle priorità che avremo durante questa legislatura ed è l'attenzione al patrimonio. Pompei è una delle gemme di questo patrimonio. La nostra responsabilità è quella di conservare questo patrimonio, tutelarlo, proteggerlo". Cosi il ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, Alberto Bonisoli, risponde a chi gli chiede perchè abbia scelto gli scavi di Pompei per il suo debutto. La linea operativa, premette, "per il gran rispetto che ho del Parlamento le racconterò per primo alle commissioni parlamentari". Ma a Pompei anticipa comunque gli obiettivi. "Il mondo dei beni e delle attività culturali ha bisogno di più soldi - ha detto- in passato avevano bisogno di trovare risorse, sono state fatte economie. Noi vogliamo invertire questa tendenza, noi spenderemo di più in tutto l'ambito culturale". Il neo ministro è arrivato al sito archeologico di Pompei all'indomani di una nuova scoperta: nei lavori di scavi della regio V sono state rinvenute alcune iscrizioni elettorali. In perfetto stato di conservazione sono state rinvenute e analizzate le insegne da campagna elettorale. Le scritte sono emerse dai muri esterni degli edifici con caratteri rossi e neri, e si tratta di frasi scritte per raccogliere voti. "Prego di eleggere Elvio Sabino, come edile, degno dello Stato, uno buono", tutto scritto rigorosamente in latino. E' una iscrizione elettorale legata alla famiglia degli Albucii proprietari della casa delle Nozze d'argento. E questa mattina il ministro Bonisoli accompagnato dal direttore Massimo Osanna e dal Generale Mauro Cipolletta del Grande progetto Pompei, ha visitato proprio il cantiere dei nuovi scavi della Regio V.L'intervento in corso, è pertinente a una superficie di oltre 1000 m2, il cosiddetto “cuneo”, posto tra la casa delle Nozze d’Argento e la casa di Marco Lucrezio Frontone.
Il cantiere rientra nel più grande intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo, che delimitano l’area non scavata di Pompei, di circa 22 ettari. Oltre 2,5 km di muri antichi saranno messi in sicurezza, mentre l’area non scavata alle spalle dei fronti di scavo, nelle Regiones I-III-IV-V-IX, sarà oggetto di intervento di mitigazione del rischio idrogeologico, che assicurando un adeguato drenaggio del suolo consentirà di ridurre la spinta del terreno sui muri antichi, problema particolarmente insistente nel periodo delle piogge.
L’intervento globale su tutti i fronti della città antica rientra nel Grande Progetto Pompei e durerà circa due anni per un costo complessivo di circa 8,5 mln €. I lavori procederanno per sottocantieri al fine di continuare a garantire la fruibilità del sito. Periodicamente verranno forniti aggiornamenti sull’avanzamento dei lavori. Lo scavo del cuneo sta portando in luce strutture e reperti di ambienti privati e pubblici che contribuiranno ad arricchire la conoscenza del sito e lo stato di avanzamento della ricerca archeologica. Vicoli e Domus affrescate emergono dai nuovi scavi della Regio V e riconfigurano gli spazi urbani dell’antica città di Pompei. Tra gli ultimissimi rinvenimenti tre iscrizioni elettorali, ulteriori affreschi nella Domus dei delfini e un prezioso candelabro da un ambiente di soggiorno della Casa di Giove.
Partendo da Via Nolana e muovendosi in direzione nord sono stati al momento identificati in successione i seguenti ambienti:
LA PICCOLA FULLONICA
Un impianto produttivo forse una piccola fullonica (lavanderia) si affaccia all’ingresso di via di Nola
IL GIARDINO
A un livello superiore, vi è un ampio spazio aperto, probabilmente un giardino, con alcune anfore ancora in situ (al momento della scoperta). Al centro del giardino è emerso un pilastrino scanalato, con un grosso pezzo di lastra marmorea, che probabilmente in origine sosteneva un bacile di pietra (labrum) riutilizzato successivamente come piano d’appoggio. Alcune radici di alberi sono state portate in evidenza attraverso la tecnica del calco in gesso. Il giardino confina a est con la Casa della Soffitta, a ovest con il vicolo recentemente denominato vicolo dei balconi, mentre a Nord è delimitato da quello che sembra un porticato, con almeno tre colonne e, sul retro, alcuni pilastri, con tracce di affresco, che sta emergendo.
Vicoli e Domus affrescate emergono dai nuovi scavi della Regio V e riconfigurano gli spazi urbani dell’antica città di Pompei. Tra gli ultimissimi rinvenimenti tre iscrizioni elettorali, ulteriori affreschi nella Domus dei delfini e un prezioso candelabro da un ambiente di soggiorno della Casa di Giove.
L’ALCOVA e L’AFFRESCO DELL’ADONE FERITO
Verso Ovest, vi è l’ambiente che ha finora restituito l’unica pittura mitologica individuata nel cuneo, raffigurante l’ Adone ferito con Venere e amorini. Si trattava molto probabilmente di un cubiculum (stanza da letto), per la presenza su un lato dell’incasso destinato a ospitare la testata del letto.
LO SCHELETRO DEL FUGGIASCO
Nella parte Nord, all’incrocio tra il violo dei balconi e il vicolo delle Nozze d’Argento, è stato rinvenuto lo scheletro di un fuggiasco. Dalle prime osservazioni, risulta che l’individuo sopravvissuto alle prime fasi dell’eruzione vulcanica, si sia avventurato in cerca di salvezza lungo il vicolo ormai invaso dalla spessa coltre di lapilli. Il corpo è stato infatti rinvenuto all’altezza del primo piano dell’edificio adiacente, ovvero al di sopra dello strato di lapilli. Qui è stato investito dalla fitta e densa nube piroclastica che lo ha sbalzato all’indietro. Un imponente blocco in pietra (forse uno stipite), trascinato con violenza dalla nube, lo ha colpito nella porzione superiore, schiacciando la parte alta del torace e il capo. L’individuo stringeva al petto almeno 20 monete d’argento e 2 in bronzo, contenute in una piccola borsetta. Tra le costole del torace erano difatti dapprima emerse 3 monete, via via, rimuovendo i resti della vittima, ora trasferiti al Laboratorio di ricerche applicate del Parco archeologico di Pompei, per il prosieguo delle indagini, è venuto fuori il prezioso bottino.
LE MONETE
Ad un primo esame sembrerebbe trattarsi di almeno 20 denari d’argento e due assi in bronzo per un valore nominale di ottanta sesterzi e mezzo. Una tale quantità di monete poteva all’epoca garantire il mantenimento di una famiglia di tre persone per 14, 16 giorni. Le monete hanno cronologia molto varia. È stato possibile esaminare 15 monete, per la maggior parte repubblicane, a partire dalla metà del II secolo a.C. Una delle monete repubblicane più tarde è un denario legionario di Marco Antonio, comune a Pompei, con l’indicazione della XXI legio. Tra le poche monete imperiali individuate, un probabile denario di Ottaviano Augusto e due denari di Vespasiano.