Redazione
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Ecco come nacque Marina di Stabia

La storia del porto turistico stabiese raccontata da Antonio Mascolo

tempo di lettura: 7 min
di Antonio Mascolo
14/03/2008 10.55.34

Riceviamo e pubblichiamo questo interessante ricostruzione sulla nascira di Marina di Stabia, inviataci da Antonio Mascolo:

Ogni tanto, specialmente negli ultimi giorni, sono stati discussi problemi, situazioni ed usi che toccano anche la Marina di Stabia, una realizzazione ancora oggi tanto altamente controversa, che si rischia il crollo del Consiglio Comunale stabiese.
Vorrei pertanto cercare di rifarne la storia, per quanto io ne conosca i particolari e per la piccolissima parte che ho avuto nella sua fase di appoggio. Nel 1983 era stata fondata la Societa´ S.T.I.S. con il compito di eseguire progetti di sviluppo/riconversione nella nostra zona, utilizzando svariati fondi, da quelli comunali fino a quelli europei. Questa Societa´ divento´, nel 1994, la TESS Torre e Stabia. Come amministratore fu nominato l'onorevole Vozza, poi eletto sindaco a Stabia. Le quote societarie furono suddivise tra la Regione Campania (37,52%) ed i relativi Comuni. Castellammare ne rilevo´ la quota piu´ consistente (21,53%).
Nel fascicolo TESS "Costa del Vesuvio", furono pubblicate informazioni e le planimetrie delle numerose realizzazioni previste nel cosiddetto Miglio d'oro nel Golfo di Napoli. Nell'ambito di un progetto di sviluppo e riconversione della costa stabiese, realizzazione affidata all'architetto Fuksas, era compreso anche il progetto TESS di riconvertire almeno parte della ormai dismessa zona industriale stabiese a nord della citta´, sul lato a mare di quella che poi divento´ Via De Gasperi. Qui fu prevista la costruzione di una Marina, il cui progetto fu realizzato dalla Impresa Conti. Furono anche eseguite indagini, quale sarebbe stato l'impatto esercitato dai nuovi moli sulle correnti e sulle spiagge stabiesi. Di tutti i progetti avviati dalla TESS, questo fu quello che suscito´ le piu´ grandi opposizioni e resistenze. Le appresi come lettore dell'Opinione di Stabia, che, nel frattempo, si era fatta portavoce degli oppositori. Qualcosa la potei ricavare anche dai siti internet. Il Prof. Cannata aveva presentato una perizia, secondo cui il molo foraneo della Marina avrebbe fatto da barriera al ripascimento naturale della spiaggia stabiese. Una controperizia della MODIMAR del 2001-02 affermo´ il contrario. Un appello elencava i vari svantaggi risultanti da questa realizzazione e criticava la mancanza di un piano strategico in cui immettere la nuova Marina. La mancanza di una strategia era il punto certamente piu´ debole e criticabile del piano previsto. Io conoscevo la situazione in cui versava la zona nord die C/Mare, dopo la chiusura della Cirio, del Lanificio Brancaccio, delle concerie, dei Cantieri Metallurgici, di cui era rimasto solo il reparto bulloneria ancora in uso. Per non parlare delle condizioni degli impianti industriali esistenti, asfissiati/semiasfissiati sull'altro lato della strada, dietro la linea ferroviaria, fino al Sarno. La domanda base era: Cosa farne di questa zona? Lasciarla cosi´ come e´ per tutta l'eternita´, oppure cercare delle soluzioni che possano rivitalizzarla? Nuovi insediamenti industriali erano illusori. Erano sorte, ormai, alcune iniziative commerciali, erano stati "confinate" in una posizione cosi´ eccentrica le Forze dell'Ordine, ma lo stato di degrado e di abbandono generale continuava a persistere, con delle pesanti ripercussioni sul tessuto sociale dei quartieri limitrofi. Sposai pertanto, come un qualsiasi comune cittadino, il ruolo del pro e difesi questa realizzazione sulle pagine dell'Opinione di Stabia, dato che nessuno aveva presentato delle valide soluzioni come alternativa. Alla ricerca della perizia MODIMAR arrivai alla Direzione della Marina di Stabia ed alla TESS. Quest'ultima, forse perche´ era in cerca di alleati, mi rispose subito, nella persona dell'architetto De Marco, che si mise a mia disposizione, fornendomi anche materiale informativo, planimetrie, mappe e disegni. Eravamo nel 2003. Nel fascicolo di Agosto 2003 di DEN, dedicato a Castellammare ed ai suoi tesori, era comparsa una intervista con il Prof. La Mura riguardante le ricadute economiche, sociali, imprenditoriali ed occupazionali risultanti dalla realizzazione della Marina di Stabia, "aprendo ai cittadini stabiesi uno dei tratti piu´ affascinanti ed attualmente precluso". "Non solo porto turistico, ma anche spazi pedonali prospettanti il mare, con locali di ritrovo e svago, ristoranti, bar, gelaterie, attrezzature sportive per il richiamo di un'utenza anche giovanile. Il tutto organizzato in modo che in tale area l'accesso e´ pubblico e non interferisce con l'area tecnica del porto e con l'area frequentata esclusivamente dagli utenti...". Erano delle affermazioni che facevano ben sperare, se le promesse fossero state mantenute. Durante la mia prossima visita a C/Mare, a Pasqua del 2004, mi incontrai con Edardo De Marco, che mi permise di visitare minuziosamente ed i tutti i loro particolari sia l'allora quasi completo Albergo Crowne Plaza,insieme al suo vastissimo garage, che la costruenda Marina di Stabia. Segui´, lo stesso giorno, un incontro con il dott. La Mura, presidente della Marina di Stabia, nel suo studio professionale. Erano, se vogliamo, "compensi morali" che TESS e Marina di Stabia credevano di dovermi dare per il mio appoggio a loro favore. Discussi col De Marco diverse altre soluzioni e progetti, tra l'altro la possibilita´ di portare a C/Mare la VITTORIO VENETO, allora in riserva, come nave-museo. (Ma, tra un ritardo ed una titubanza e l'altra, questo incrociatore fini´ a Taranto, sede certamente piu´ consona). Ma forse avevo rischiato troppo, bombardando il povero architetto con tante idee fantastiche. La corrispondenza si affievoli´, la CD promessa con il progetto particolareggiato Fuksas non mi arrivo´ mai. Ormai avevo fatto il mio "dovere" di appoggiarli. Il progetto non era piu´ stoppabile. Rividi i responsabili di Marina di Stabia nel Febbraio 2006 alla Fiera "Boot" di Düsseldorf, dove andai, a mie spese. La relativa presentazione al pubblico tedesco/internazionale non mi sembro´ scevra di pecche anche serie, e lo scrissi poi, senza peli sulla lingua, al loro addetto al Marketing, che non mi rispose. Continuo a seguire, indirettamente e dalla distanza, gli sviluppi della "nostra" Marina, magari confrontandola con realizzazioni simili e con i risultati ottenuti in altre parti del mondo (Marina Rubicon a Lanzarote), ben piu´ validi, entusiasmanti e redditizzi dei nostri. Ma la Marina di Stabia era nata con degli handicaps che, prima o poi, sarebbero venuti a galla. L'intromissione della Sovraintendenza ai Monumenti, che obbligo´ ad utilizzare diversi dei capannoni deserti, era in contrasto con le planimetrie del progetto. Prima o dopo bisognava fare delle scelte, necessariamente in contrasto con il piano originale approvato. (Questo dato di fatto salta subito agli occhi, se si guardano le dettagliate planimetrie contenute nell'opuscolo distribuito a Düsseldorf).
Anche l'idea di costruire un albergo non teneva conto, che gli utenti avrebbero preferito pernottare sulle loro barche e non a terra. La presenza di quartieri socialmente a rischio, nelle immediate vicinanze, consigliava di non considerare piu´ come valida la politica della porta aperta, per evitare danni e furti a spese degli utenti. E, a porta chiusa, le realizzazioni, gli scopi previsti ed indicati dal La Mura durante la sua intervista vennero a cadere, con ripercussioni politiche e sull'ulteriore sviluppo nella/sulla zona. Quando, nel Giugno 2007, ritornai a Stabia e cercai di visitare la Marina ormai inaugurata in giorno prima, senza appellarmi o rivolgermi ai miei eventuali santi protettori, ma come un comune cittadino, il guardiano all'ingresso me lo proibi`.

Forse si siedono insieme Consiglio Comunale e la Dirigenza della Marina di Stabia e cercano di trovare una via d'uscita da questa situazione, politicamente ed economicamente infelice. Se da una parte bisogna assolutamente tutelare i beni e la salute degli utenti, a conti fatti il buon nome di questa Marina, altrimenti se ne rischia il fallimento, dall'altro canto si potrebbe stabilire, se un servizio capillare di videosorveglianza e qualche guardiano non bloccato ai cancelli, ma che gironzoli per la Marina, non possano dare la stessa sicurezza, evitando di venir meno alle promesse fatte e patteggiate. Si sbloccherebbe l'ulteriore sviluppo diretto ed indiretto, anche a vantaggio della Marina di Stabia. Per la cittadinanza stabiese sara´ piu´ facile accettare questa nuova realta´, se essa puo´ vederla e godersela. Sarebbe uno sprono per i cittadini toccare con le mani, quali e quanti sviluppi sarebbero possibili, se essi si decidessero finalmente a prendere il loro futuro nelle loro mani e di procedere contro i concittadini incivili, che mettono in forse, con il loro comportamento, il destino di tutta una citta´.

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