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Una pista ciclabile sull’ex ferrovia S.Felice (Caserta) – Torre Annunziata (Napoli)

tempo di lettura: 7 min
16/04/2010 0.00.27

Proposta di recupero e conversione in pista ciclo-pedonale della linea ferroviaria dismessa "Cancello-Torre Annunziata".- Dopo 110 anni dalla nascita (1° maggio 1885), dal 12 dicembre 2005 è stato sospeso il servizio ferroviario della linea "Cancello-Torre Annunziata". Come tanti altri casi in Italia, la sospensione doveva essere temporanea, tanto che anche nel nuovo orario 2006 se ne indicava la riattivazione a partire dal 4 settembre 2006, ma nulla è accaduto nel frattempo, se non la crescita indiscriminata di rovi ed erbacce lungo i binari, l'aumento del degrado e la chiusura delle stazioni nelle otto fermate intermedie. Il tutto nell'indifferenza generale. Ecco alcuni dati tecnici della linea: Lunghezza 30,928 Km. Numero binari 1 Pendenza massima 16 per mille N. stazioni 10 Province interessate Napoli - Caserta Comuni attraversati San Felice a Cancello (CE); Acerra, Marigliano, Scisciano, Somma Vesuviana, Nola, Ottaviano, S.Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Boscoreale, Torre Annunziata (NA) Stazioni Cancello, Marigliano, Spartimento di Scisciano, Reviglione di Somma Vesuviana, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Boccia al Mauro, Boscoreale, Torre Annunziata Centrale. Nella nostra legislazione è stato introdotto il concetto del possibile recupero di ferrovie in disuso, attraverso una rete nazionale di percorsi ferroviari dismessi da destinare alla mobilità dolce, similarmente ad altri Paesi europei; ciò significa poter gestire in modo unitario e con un programma comune i fondi finanziari a disposizione per il recupero di alcuni tracciati ferroviari in disuso per la loro trasformazione in piste ciclo-pedonali. I progetti per riconvertire le vecchie "Ferrovie abbandonate" nascono da iniziative tese a conservare la memoria dei tracciati ferroviari non più utilizzati esistenti in Italia, grazie al contributo di Ferrovie dello Stato S.p.A.. Infatti, anche nel nostro paese, a partire dagli anni '40-50 lo sviluppo dell'industria automobilistica ha portato alla dismissione di migliaia di chilometri di linee ferroviarie, cui si aggiungono i tratti di linee attive abbandonati in seguito alla realizzazione di varianti di tracciato. Si tratta di un patrimonio importante, fatto di sedimi continui che si snodano nel territorio e collegano città, borghi e villaggi rurali, di opere d'arte (ponti, viadotti, gallerie), di stazioni e di caselli (spesso di pregevole fattura e collocati in posizioni strategiche), che giacciono per gran parte abbandonati in balia dei vandali o della natura che piano piano se ne riappropria. Un patrimonio da tutelare e salvare nella sua integrità, trasformandolo in percorsi verdi per la riscoperta e la valorizzazione del territorio o ripristinando il servizio ferroviario con connotati diversi e più legati ad una fruizione ambientale e dei luoghi. Dopo la soppressione definitiva del servizio pubblico, nella maggior parte dei casi la vecchia ferrovia viene abbandonata. La vegetazione lungo il tracciato si sviluppa abbondantemente rendendo spesso impossibile il passaggio e l'assenza di un utilizzo e di interventi di manutenzione spinge gli abitanti a considerare la loro sede come una discarica pubblica. Già nel 1978, in Belgio, P. Geldhof, oggi direttore della "Associazione delle Fiandre Occidentali per il tempo libero", scriveva: "sempre di più nei paesi e nelle città si diffonde l'idea di destinare le vecchie linee ferroviarie ad una funzione ricreativa. Passeggiare, andare in bicicletta, sono passatempi sempre più diffusi. La corsa verso l'aria aperta è cominciata. Nelle città, i ciclisti e i pedoni sono rifiutati dalle strade pubbliche senza che si offra loro una alternativa accettabile. La rete stradale e autostradale è più che sufficiente. Quello che manca, sono dei percorsi che conducano i pedoni, i ciclisti e gli escursionisti fuori dai centri abitati, verso le campagne, lontano dai pericoli. Le vecchie linee ferroviarie hanno tutti i requisiti per svolgere questo ruolo. Esse sono state concepite per collegare i paesi tra di loro, e presentano il minor contatto possibile con le altre forme di traffico." Dopo le prime realizzazioni sporadiche degli anni '70 e '80, oggi la conversione delle vecchie linee ferroviarie in percorsi verdi destinati ad un traffico non motorizzato, è diventata una realtà in forte espansione, come dimostra il continuo aumento del numero di questi percorsi che vengono aperti ogni anno. Per quanto concerne la ex linea ferroviaria "Cancello-Torre Annunziata", il suo recupero potrebbe fornire un contributo notevole alla realizzazione di una vera rete verde diffusa su tutto il territorio attraversato. La conversione della linea costituirebbe, inoltre, una grande opportunità per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale rappresentato dalla ferrovia di un tempo, minacciata dagli accorpamenti fondiari, dai lavori stradali, ecc. Un gruppo di volenterosi soci della Pro Loco "Polis" di San Felice a Cancello, affascinati dall'idea di convertire la vecchia linea ferroviaria dismessa "Cancello-Torre Annunziata" non più utilizzata in un percorso verde (pista ciclo-pedonale) , ha percorso tutta la linea a piedi, in due tappe (21 e 28 Febbraio 2010), al fine di effettuare una dettagliata revisione fotografica dello stato dei luoghi, constatando realmente sul posto i numerosi vantaggi che la riconversione offrirebbe: * la ferrovia corre totalmente in sede propria e presenta poche intersezioni con la rete stradale. Questo renderebbe il percorso verde realizzato completamente o quasi separato dalla circolazione stradale, offrendo elevate condizioni di sicurezza agli utenti; * la ferrovia presenta pendenze quasi nulle, permettendo al percorso verde realizzato lungo il suo tracciato di adattarsi perfettamente ai bisogni dei ciclisti "ordinari", dei pedoni di ogni età e delle persone disabili; * i segnali, i cippi chilometrici, i ponti, i sottopassaggi stradali, le stazioni e le loro dipendenze evocano il passato prestigioso di questa via verde, aggiungendo fascino e animazione alle escursioni e ravvivando nella memoria dei passanti il ricordo della vecchia ferrovia. Tra di essi spicca il ruolo delle stazioni, che possono essere riutilizzate per allestire bar, ristoranti, hotel, ostelli, musei, ecc.. * la ferrovia presenta generalmente lunghi tratti rettilinei e poche curve ad ampio raggio che permetterebbero agli utenti del percorso verde ricavato lungo il suo tracciato di avere un'ampia visuale sul sentiero, riducendo i pericoli legati alla criminalità e i rischi di scontri tra diversi tipi di utilizzatori; * la linea ferroviaria connette tra loro diversi centri urbani, per cui il percorso verde sarebbe utile non solo per la ricreazione e lo sport, ma anche per costituire l'asse portante di un sistema che colleghi le persone alle residenze e ai centri di vita; Le esperienze italiane di recupero delle ferrovie dismesse come percorsi verdi In Italia, tra le principali realizzazioni di recupero e valorizzazione delle linee ferroviarie dismesse come piste ciclo-pedonali si segnalano: * il recupero come pista ciclabile della ex ferrovia Modena-Vignola nel tratto San Lorenzo di Castelnuovo-Spilamberto (7 km), realizzato dalla Provincia di Modena; * il recupero come percorso sterrato della ex ferrovia Rocchette-Asiago, realizzato dalla Associazione Artigiani di Asiago; * il recupero come percorso sterrato, in estate, e pista per lo sci di fondo, in inverno, della linea ferroviaria dismessa Dobbiaco-Cortina, nel tratto Dobbiaco-Lago di Dobbiaco (5 km); * il recupero come percorso ciclo-pedonale della ex ferrovia Caltagirone-S. Michele di Ganzaria (CT) per un tratto di circa 8 km. * il recupero di un tratto della vecchia linea ferroviaria dismessa tra Ponte e Benevento di circa 7 Km. Esistono inoltre molti altri progetti in fase più o meno avanzata di realizzazione, che mostrano come questa problematica sia stata affrontata dagli enti pubblici solo negli ultimi anni. Tra di essi si segnalano: * il progetto di recupero delle ex ferrovie Modena-Vignola (per la parte non ancora realizzata) e Modena-Mirandola-Finale Emilia (40 km), portato avanti dalla Provincia di Modena; * il progetto di conversione in pista ciclabile del tratto Prato Isarco-Ponte Val Gardena (16 km) della linea ferroviaria Verona-Brennero abbandonato negli ultimi anni in seguito alla realizzazione di una variante di tracciato, promosso dalla Provincia di Bolzano; * i progetti di recupero come piste verdi delle vecchie linee a scartamento ridotto della Sicilia Occidentale (Palermo-S. Carlo, Burgio-Castelvetrano e Salemi-S. Ninfa), promossi dall'Azienda Autonoma Provinciale del Turismo (A.A.P.T.) di Palermo; * il progetto di recupero come pista ciclabile della ex ferrovia Fiuggi-Paliano (22,5 km), promosso dalla Regione Lazio; * il progetto di recupero della linea ferroviaria Treviso-Ostiglia, lunga ben 116 km, che la Regione Veneto vuole convertire in una pista ciclabile a valenza interprovinciale. Premesso quanto sopra, la Pro Loco "POLIS" di San Felice a Cancello sottopone la proposta di cui all'oggetto a tutti gli Enti ed Associazioni in indirizzo, con la speranza che ognuno se ne possa fare carico per le proprie competenze, al fine di dotare i molti comuni interessati di un'opera che, solo all'apparenza, potrebbe sembrare utopistica, ma che in realtà, se realizzata, contribuirebbe ad arricchire il territorio sotto l'aspetto ambientale, sociale e ricreativo.

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