Juve Stabia

Amore: ''Non sono un mercenario. Sono rimasto per dimostrare che gioco per passione''

''Per far bene la squadra deve capire che vi sono determinate fasi in cui bisogna giocare con lo spirito di chi deve salvarsi''

di Gioacchino Roberto Di Maio


Un gol che rappresenta un indice di rivalsa per Enrico Maria Amore, uno dei calciatori simbolo della mesta retrocessione della scorsa stagione. E' questo quanto emerge dalle parole del centrocampista nativo di Telese Terme: "Per me la stagione scorsa rappresenta un capitolo chiuso, che preferisco non riaprire per quanto è stato nefasto sia sul piano individuale, che, soprattutto, del collettivo. La mia scelta di restare a Castellammare, consapevole che talora le cose fossero andate male sarei stato uno dei principali capri espiatori per la tifoseria, è stata molto sentita sul piano personale, poiché volevo dimostrare che appellativi come "mercenario" non sono neanche lontanamente accostabili alla mia persona, in quanto gioco a calcio per pura passione e non certo per soldi, tant'è che il mio ingaggio è stato dimezzato. Voglio riportare la Juve Stabia in alto e spero di poter dire la prossima estate di esserci riuscito". Logico è chiedersi quali siano le principali differenze tra l'attu

ale gestione e la precedente: "L'anno scorso fu fatto tutto con grande entusiasmo ma troppo velocemente, senza una programmazione adeguata. Quest'anno il trend è cambiato e sono certo che i risultati ci daranno ragione". Sulla gara odierna, Amore spiega: "Abbiamo affrontato la partita col piglio giusto, consapevoli degli errori commessi a Monopoli, e di ciò che realmente siamo in grado di dare. Trovato il gol dopo pochi minuti, non abbiamo avuto grosse difficoltà a contenere il Barletta". Sulle reali ambizioni della Juve Stabia, il calciatore sannita spiega: "Sappiamo qual è il ruolo che dobbiamo ricoprire, ma per far bene la squadra deve capire che vi sono varie fasi da interpretare; non basta infatti scendere in campo con la convinzione di dover ammazzare il campionato, bensì vi sono anche determinati momenti in cui si deve giocare come chi deve salvarsi, magari difendendoci a cinque come abbiamo fatto oggi. In fondo non c'è nulla di male, se poi si portano a casa i risultati".


lunedì 7 settembre 2009 - 12.57 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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