Cultura & Spettacolo

Bologna - Danza orientale, una vicana nella Torre di Babele delle danzatrici del ventre


   Immagine di Repertorio

Si è conclusa, in questo fine settimana a Bologna, la 12^ edizione del congresso internazionale di danza orientale. Un punto d’incontro, per approfondire temi legati a quest’arte antica e millenaria. Tanti gli ospiti internazionali: dall’Argentina Saida e Yamil, dalla Spagna Teresa Tomas, da Israele Eliiran Endri Amar, dalla Germania Ali’ Sherif. Dall’Egitto, per la prima volta in Italia, il ballerino Miro che si è esibito con Shasa, appena rientrata da una tournee negli emirati arabi. La ballerina italiana, originaria della penisola sorrentina, ha studiato danza del ventre in Egitto e ora fa parte della compagnia dell’Alf leila wa leila di Sharm el Sheik, dove è prima danzatrice. Tra le artiste italiane, la maestra napoletana Sandy d’Ali’, la sensuale Maryem italo–tunisina e dalla Sicilia Kephaa e Danila. “Lo scopo del cong

resso è stato quello di approfondire temi legati alle Danze Orientali. – spiega l’organizzatrice, Margarita - Un’opportunità per studiare le sue radici, le sue caratteristiche e la sua evoluzione. Una ricerca coreutica nella sua storia e nelle sue contaminazioni. In questa edizione abbiamo affrontato il loro rapporto con il nostro modo di sentire, percepire e creare. I nostri sensi nel momento della creazione interagiscono all'unisono come un arcobaleno di sensazioni. Il corpo che danza nel momento dell'ispirazione è invasa da una miriade d’in-put attraverso l'emozione provocata dal suono musica e suggerisce come eco sensitivo "odori", "sapori", "visioni". Siamo di fronte ad una sinestesia orientale, in cui la musica interferisce con la nostra anima come una metafora dei sensi. Un sogno ad occhi aperti e un’estasi che si trasforma in "Tarab"”


giovedì 17 maggio 2012 - 8.53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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