Un tentativo di truffa con il superbonus, che non ha funzionato. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di Gaetano Ariosto in via Rio, a Boscotrecase, ad opera di Antonio Papa, assassino che ha confessato il delitto raccontando la sua versione dei fatti. Tormentato da Ariosto, strozzino a cui aveva chiesto in prestito dei soldi, Papa avrebbe perso la pazienza fino al punto da brandire la pistola e sparare un colpo mortale nei confronti del suo aguzzino. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata una truffa non riuscita per accedere al bonus del 100% per una ristrutturazione edilizia. Un’operazione che, a quanto pare, avrebbe posto fine ai tormenti ma che poi si sarebbe rivelata un flop, rinfocolando i turbamenti fra le parti e inducendo Papa a compiere l’omicidio in preda ad un raptus di follia. “Ero esasperato. Non volevo ucciderlo, ma ho avuto paura. La mia vita era diventata un inferno
, ho portato l’arma perché volevo fargli capire quanto fossi disperato, poi ho sparato perché avevo paura potesse farmi del male. Già al telefono Gaetano Ariosto insisteva perché gli portassi subito i soldi, poi ha detto che al massimo avrei dovuto farlo entro sabato. Ma io non potevo e lui si è arrabbiato al punto da aggredirmi. Allora ho sparato”. Questa in sintesi la confessione che Papa ha rilasciato agli inquirenti, a cui ha raccontato di aver vissuto l’incubo di ritrovarsi invischiato in un debito insostenibile e in una vita di inferno nel vortice dell’usura. Nel frattempo, i carabinieri hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza per provare a ricostruire la dinamica dell’accaduto, ma intanto lo scenario appare sempre più chiaro, un vortice di usura e prestiti illeciti a tassi folli che ha prodotto un destino beffardo per la vittima e il suo assassino.