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Castellammare - Caso Soget, Fratelli d'Italia-AN: «Si consiglia di evitare soluzioni fai-da-te e di rivolgersi a professionisti abilitati»

«Vengono talvolta contestati come insoluti, anche importi effettivamente versati e si ravvisano errori materiali di calcolo. Inoltre sono oggetto di questi atti anche tributi per annualità per le quali probabilmente è intercorsa prescrizione e/o decadenza».


Il caso Soget relativo alle imposte notificate agli stabiesi sugli immobili e agli imprenditori in merito alle insegne fa ancora discutere, ma i rappresentanti cittadini di Fratelli d'Italia-AN hanno provato a fare chiarezza. «Da settimane gli atti notificati dalla Soget Spa stanno mettendo in fermento famiglie ed imprenditori stabiesi - afferma Leandro Longobardi dirigente cittadino FdI-AN -. Soget Spa ha ricevuto nel 2016 l’incarico di ente di riscossione dal comune di Castellammare di Stabia, ereditando una situazione oggettivamente disastrosa ed in molti casi ha dovuto avviare una seria attività di accertamento, prodromica ad una efficace riscossione. Per quanto concerne le imposte/tasse sugli immobili, è stata avviata nel 2016 una massiccia ed oggettivamente necessaria attività di rilevamento che ha evidenziato errori, omissioni ed evasioni di tutti i tipi. Viene solo da eccepire che il comune ha nel proprio organico un Ufficio Tributi che avrebbe potuto e dovuto operare questa attività di accertamento nel corso degli anni. Rimettendo in moto la macchina si stanno giustamente “beccando” tanti evasori consapevoli ed inconsapevoli ma si stanno avanzando anche pretese ingiuste verso contribuenti in regola. Per quanto concerne la situazione delle imposte su insegne e pubblicità le considerazioni generali sono le medesime, ma esistono parecchie criticità e specificità e quindi la affronteremo in seguito. Nel 2017 la Soget Spa ha avviato l’attività di riscossione compiendo talvolta i soliti errori sostanziali e formali tipici degli enti di riscossione. Le cartelle/avvisi di accertamento violano spesso l'obbligo di motivazione, per il quale si deve porre il contribuente in condizione di conoscere la pretesa impositiva. Gli elementi devono risultare in modo determinato e intellegibile per consentire al contribuente di esercitare il diritto di difesa senza difficoltà. (Cass 21564 /2013) (articolo 7 della legge 27 luglio 2000, n. 212 Statuto del Contribuente). Vengono talvolta contestati come insoluti, anche importi effettivamente versati e si ravvisano errori materiali di calcolo. Inoltre sono oggetto di questi atti anche tributi per annualità per le quali probabilmente è intercorsa prescrizione e/o decadenza. È possibile anche che un tributo/imposta per qu

anto effettivamente dovuto non possa essere più richiesto per decadenza o prescrizione. Ad esempio ICI 2011, l’ente creditore (il comune) aveva 3 anni per iscrivere a ruolo il proprio credito (in parole povere accertarlo e cederlo ad un ente di riscossione) quindi aveva come termine ultimo il 31-12-2014, l’ente di riscossione aveva 5 anni per notificare l’atto di riscossione (cartella), quindi doveva procedere entro il 31-12-2016. Quindi se non vi è stata iscrizione a ruolo entro il 31-12-14 la pretesa è nulla per decadenza, se la cartella è notificata dopo il 31-12-16 la pretesa è parimenti nulla. In entrambi in casi non basta non pagare, ma bisogna far valere decadenza/prescrizione attraverso autotutela o contenzioso tributario, come qualsiasi altra contestazione. Dalla data in cui l’atto è diventato conoscibile per il contribuente (la data di notifica, non quella della comunicazione, quindi) si hanno 60 giorni per fare ricorso in commissione tributari. In quel lasso di tempo è possibile provare risolvere la questione in autotuela, eccependo le proprie contestazioni, inviando una pec a autotutela.soget@pec.it; si consiglia di procedere contestualmente anche ad una istanza di accesso agli atti ex L.241/90 al fine di rilevare una eventuale decadenza. Se non si è ottenuto lo sgravio in sede di autotutela e non si è operato ricorso nei 60 giorni prescritti, il debito diverrà certo, liquido ed esigibile e non sarà possibile più contestarlo. Si consiglia di evitare soluzioni fai-da-te e di rivolgersi a professionisti abilitati».

«Si corre il rischio che si replichi quanto già accaduto in vari comuni d'Italia - aggiunge Ernesto Sica, coordinatore cittadino FdI-AN -, dove la società ha lucrato maggiorazioni non dovute su molte procedure esecutive, e ciò in maniera scientifica e non casuale o sporadica, esercitando illecite pressioni sugli Ufficiali della riscossione, cioè i soli titolati ad eseguire tali procedure di recupero. Chiediamo da parte degli organi competenti un maggiore controllo in quanto molto cittadini si sono rivolti a noi per aiuto e delucidazioni. Invitiamo tutti coloro che ne hanno bisogno a cotattarci in quanto mettiamo a disposizione le professionalità presenti nel nostro gruppo».


martedì 7 marzo 2017 - 17:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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