Castellammare di Stabia registra una diminuzione della popolazione nel corso degli anni. Nel 2013 gli abitanti erano 64506, mentre oggi sono 65420. Tuttavia, nel 2018 c'è stato un picco con 66832 residenti. Dati che emergono dalla stesura del DUP, documento unico di programmazione, redatto dal comune stabiese e che contiene, tra l'altro, una sistesi dell'evoluzione della popolazione negli ultimi anni. Ciò che colpisce in questa città sono i 16 ultra centenari presenti, di cui la maggioranza donne. Si tratta di una buona notizia poiché indica la presenza di un ambiente propizio per una vita sana, con una buona qualità dell'aria e uno stile di vita sano. Il segmento di popolazione più folto è quello tra i 50 e i 59 anni, ben 9583 persone. Ciò rappresenta una fascia importante, soprattutto per la dimensione economica, ma anche sociale e culturale della città. Il nucleo familiare medio è di 3 persone, e constatiamo un aumento del numero di nuclei familiari nel 2022, che sono 23317. Questo significa che Castellammare di Stabia è una città in cui le famiglie sono molto presenti, e che ha un grande potenziale per investire nei servizi per l'infanzia. Un altro dato importante è il crescente numero di stranieri residenti. Nel 2018 erano 984, mentre nel 2022 sono saliti a 1178. Questo è un segnale della dimensione multiculturale della città, una realtà che è sempre più presente in Italia e che rappresenta anche un'opportunità per la città di aprirsi a nuove culture e tradizioni. In generale, la diminuzione della popolazione non è una buona notizia, soprattutto se si pensa a cosa rappresenta la crescita demografica per lo sviluppo economic
o e sociale di un paese. Tuttavia, Castellammare di Stabia ha numeri importanti, che testimoniano una città dinamica, con una struttura familiare forte e che giova di una diversità culturale e di un ambiente sano. Sono questi gli elementi che dovrebbero essere valorizzati per promuovere la crescita e lo sviluppo della città.
Nel paragrafo dedicato alla situazione economica della città, si ricorda che la città rientra nella "area di crisi torrese-stabiese, la zona territoriale di appartenenza è stata oggetto della realizzazione di alcuni interventi finanziati con lo strumento del contratto d'area, finalizzato a creare nuovi modelli occupazionali, attraverso la riconversione della ex Calci e Cementi in struttura alberghiera e la realizzazione del porto turistico di marina di Stabia. I suddetti interventi ubicati alle due estremità della linea di costa e lontani dal centro abitato non hanno determinato il rilancio economico auspicato, rimanendo del tutto estranei alle condizioni economiche generali della città, che in questi ultimi anni ha vissuto il progressivo declino delle principali attività produttive: alla crisi della Fincantieri e del suo indotto al fallimento delle Terme di Stabia, nonostante la ricchezza del suo patrimonio sorgentizio. La progressiva chiusura dagli anni sessanta in poi delle numerose attività industriali, per lo più ubicate lungo la fascia costiera che si sviluppa dal fiume Sarno verso il centro urbano, ha trasformato l'economia cittadina da industriale in terziaria, con la perdita di numerosi posti di lavoro. Inoltre gli effetti dovuti alla pandemia che ha colpito l’intero territorio ha avuto conseguenze rilevanti sul tessuto economico della nostra Città".