«Con questi islamici non se ne può più! Per dovere di ufficio ho dovuto sempre parlare di tolleranza. Ora mi sono stufato: dico quello che penso. Questi non li sopporto e mi sono intollerabili. Ora dite pure che sono razzista: sono felice di essere definito tale». Non ha usato mezzi termini don Pasquale Giampaglia, parroco di Forli del Sannio (Isernia), originario di Castellammare di Stabia, per manifestare attraverso i social il suo disgusto in merito all'attentato terroristico di Nizza, costato la vita a 84 persone. Un'affermazione, quella del parroco, che ha destato scalpore per i contenuti immorali diffusi da un uomo che indossa una tonaca e dovrebbe diffondere messaggi di fratellanza secondo gli insegnamenti del Vangelo. Le dichiarazioni choc di don Pasquale sono salite presto alla ribalta nazionale per i toni incauti delle sue esternazioni, istintive ma del tutto distanti dalla morale ecclesiastica. Non tutti, però, hanno stigmatizzato le parole del parroco. Il leader della Lega Nord Matteo
Salvini, infatti, ha elogiato il coraggio di Giampaglia, manifestandogli la sua solidarietà e criticando i buonisti che lo hanno tacciato di razzismo. «Un plauso a don Pasquale Giampaglia - ha affermato Salvini tramite la sua bacheca Facebook -. Qualche buonista lo ha criticato, io e moltissimi altri lo abbracciamo!». Sta di fatto che il parroco ha poi deciso di rimuovere il suo profilo dai social network e, a mente fredda, ha fatto mea culpa ritrattando sulle affermazioni pronunciate dopo la strage di Nizza. «Confesso di aver dato libero sfogo alla rabbia che quelle scene hanno suscitato in me e in moltissime persone - ha sottolineato il sacerdote -. Ma devo ammettere, a mente più serena e facendo prevalere la ragione all’istinto, di aver usato un tono inaccettabile. Mi scuso con quanti, a motivo della mia esternazione, sono rimasti scandalizzati. Riconosco di essere stato impulsivo ed imprudente. Ho sperimentato anch’io come la rabbia possa obnubilare la ragione e il cuore».