Cronaca

Castellammare - Sgomberate quattro famiglie: Pasqua fuori casa dopo la tragedia della funivia

I cavi spezzati caduti a ridosso delle abitazioni hanno costretto all’evacuazione precauzionale. Intanto la città prega e piange: fiori alla stazione durante la via Crucis. Impianto sotto sequestro.

di Alessio Esposito


A Castellammare di Stabia la tragedia della funivia si fa sentire ben oltre il perimetro dell’incidente. Non solo per l’immenso dolore lasciato dalle quattro vite spezzate, ma anche per le conseguenze dirette sulla quotidianità di chi abita nei pressi del tracciato. Quattro famiglie sono state sgomberate, a causa dei cavi spezzati che, nel precipitare al suolo, si sono abbattuti a ridosso delle abitazioni.

Una decisione necessaria, presa in via precauzionale, per garantire la sicurezza in un’area potenzialmente compromessa. Alcuni residenti trascorreranno così la Pasqua lontano da casa, sfollati e col fiato sospeso in attesa di verifiche tecniche più approfondite. È uno degli effetti collaterali più amari di una tragedia che ha lasciato un’intera comunità senza fiato.

Nel frattempo, la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha disposto il sequestro dell’impianto. La funivia che collega Castellammare alla vetta del Monte Faito – rimessa in funzione poco più di una settimana fa – è ora sotto sequestro giudiziario. Le indagini, coordinate dal procuratore Nunzio Fragliasso, mirano a chiarire le cause del disastro. Da quanto si apprende, mancavano circa ventisecondi all’arrivo della cabina in stazione quando il cavo traente si è spezzato, facendo precipitare il veicolo a valle.

La città è ancora scossa. Un dolore che si fa silenzioso cordoglio nei gesti della comunità: lumini e fiori a

ll’ingresso della stazione della Circumvesuviana, punto di partenza della funivia, e saracinesche ancora abbassate in segno di lutto da parte di alcuni commercianti.

Ieri sera, nel cuore di questo dolore collettivo, la Via Crucis diocesana ha assunto un significato diverso. Non solo un rito spirituale, ma un cammino condiviso di vicinanza e preghiera. A guidarlo, l’arcivescovo Francesco Alfano, che prima di iniziare il percorso ha voluto fermarsi con il sindaco Luigi Vicinanza davanti alla stazione. Un fascio di fiori, deposto in silenzio. Un gesto semplice ma potente, che ha sintetizzato la sofferenza di un’intera città.

«Abbiamo provato questa sera a far diventare la nostra speranza più vera, più autentica. Abbiamo provato a stare accanto alle persone che soffrono. La via della croce è sempre impegnativa. Questa volta però è stato tanto difficile, perché il cuore è squarciato da una sofferenza che tocca tutti. Siamo qui a nome di tutta la città», ha detto Alfano, con voce commossa.

E ha poi aggiunto: «Prima della Via Crucis ero insieme al sindaco, e nel silenzio, ognuno per quello che sente, abbiamo elevato un grido di dolore che si fa speranza».

Mentre la magistratura lavora per ricostruire l’accaduto, Castellammare si stringe attorno alle famiglie colpite e ai tanti che oggi si trovano senza parole, senza pace. La ferita è ancora aperta. E il tempo della guarigione sarà lungo.


sabato 19 aprile 2025 - 12:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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