Rione Savorito militarizzato questa mattina. L’obiettivo è quello di procedere allo sgombero delle 9 famiglie che occupano la scuola di via Don Bosco. Una vicenda che abbiamo raccontato in questi giorni e che in tutti i modi gli occupanti stanno cercando di rinviare a dopo le elezioni.
«Dopo 33 anni in cui ci hanno permesso di stare qui, con contratti di utenze registrate e residenza registrata al comune, ci stanno cacciando. Non ci hanno dato un alloggio alternativo, una soluzione temporanea. Stasera dormiremo in strada». Queste le parole di rabbia e di dolore dei cittadini. Al fianco delle 9 famiglie anche molti residenti del rione che, per solidarietà, manifestano contro lo sgombero.
La situazione è molto tesa, con una cinquantina di persone che stanno protestando contro un provvedimento che non ritengono giusto. Il loro avvocato, Luigi Amodio, nei giorni scorsi ha scritto al Prefetto di Napoli, ha incontrato i commissari prefettizi, ma nulla è riuscito per ora a fermare l’iter di sgombero.
L’ultimo tentativo era arr
ivato appena ieri, con l’avv. Amodio che ha scritto anche ai parlamentari del territorio. Nella missiva indirizzata a Amato Gaetano, Borrelli Francesco, Caramiello Alessandro, Di Lauro Carmen, Mazzella Orfeo e Patriarca Annarita. «Subito dopo il devastante sisma del 80 - spiega l’avv. Amodio - tante famiglie furono costrette a lasciare le proprie abitazioni….molte famiglie – le più fortunate – occuparono delle abitazioni vuote in Via Don Bosco…gli ultimi arrivati si rifugiarono in una scuola in disuso, sempre in via Don Bosco. I vari amministratori succedutesi nel tempo hanno di fatto regolarizzato tale situazione, concedendo la residenza anagrafica ( indirizzo, piano e interno ) e tutti i servizi sono sempre stati allacciati». Secondo Amodio, il Comune «a venti giorni dal rinnovo del Consiglio Comunale non può porre in atto tale insana operazione di sgombero. La logica, il buon senso, imporrebbero di procrastinare ogni decisione a subito dopo le elezioni, per dar modo al nuovo Sindaco e alla nuova Giunta di affrontare seriamente il problema».