Nuove condanne per i fratelli Pasquale e Catello Rapicano, oggi collaboratori di giustizia. Le loro dichiarazioni si confermano decisive per smantellare il sistema criminale che per anni ha gestito il traffico di droga e gli affari illeciti nel rione Santa Caterina, portando a una nuova sentenza di condanna nei confronti di Giuseppe Del Gaudio, pregiudicato stabiese, riconosciuto colpevole di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e condannato a 11 anni di reclusione con rito abbreviato.
I due fratelli pentiti hanno ricevuto anch’essi una condanna nell’ambito dello stesso procedimento: 8 anni per Pasquale Rapicano e 4 anni per Catello Rapicano, una pena che, seppur significativa, conferma il loro ruolo di collaboratori e il peso delle loro confessioni nei processi in corso.
Le rivelazioni dei Rapicano sono ormai al centro di diverse inchieste che stanno disarticolando le attivit&ag
rave; del clan D’Alessandro e dei gruppi criminali collegati. Il pm dell’Antimafia ha depositato il dispositivo della sentenza nell’ambito di un altro procedimento chiave, che vede imputati personaggi di primo piano della malavita stabiese. Sul banco degli imputati ci sono boss del calibro di Paolo Carolei, Vincenzo D’Alessandro e Sergio Mosca, oltre ai sicari Catello Romano e Antonio Lucchese, accusati di cinque omicidi, tra cui quello del consigliere comunale del Partito Democratico Gino Tommasino, assassinato nel 2009 in un agguato di stampo camorristico.
Un processo che si sta rivelando un tassello fondamentale per comprendere le dinamiche interne alla criminalità organizzata di Castellammare. Sergio Mosca e Vincenzo D’Alessandro hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario, allungando i tempi del dibattimento, mentre gli altri imputati attendono le rispettive sentenze.