Quarantadue anni fa il terremoto dell’Irpinia cambiò la vita di molte persone in Campania, così come a Castellammare di Stabia. La terra tremò in Campania e Basilicata, con epicentro in Irpinia, per circa 90 interminabili secondi. Un minuto e mezzo che rase al suolo interi paesi provocando circa 3000 morti, 9000 feriti, 300 mila senza tetto e 150 mila abitazioni distrutte, interi paesi isolati per giorni. Intere popolazioni che si ritrovarono a fare i conto con una macchina dei soccorsi lente e disorganizzata. Soccorsi tardivi e insufficienti nonostante lo sforzo immenso messo in campo dai volontari. Indelebile il titolo de “Il Mattino” con la frase del presidente Sandro Pertini: “Fate presto”.
Il sisma fu avvertito pesan
temente anche a Castellammare di Stabia dove la gente si riversò in strada per passare la notte. Anche qui i danni furono ingenti, con molti edifici che crollarono sotto le sferzate della lunga e potente scossa. Imponente lo stanziamento dei fondi da parte dello Stato, su cui poi si sono aperte anche inchieste giudiziarie per fare luce sul corretto uso di questi fondi.
Lo Stato mise in campo anche un robusto piano per la realizzazione di nuove infrastrutture e aree industriali, con uno stanziamento di circa 13 mila miliardi di lire (circa 6,7 miliardi di euro): 13 in Campania e sette in provincia di Potenza (Baragiano, Isca Pantanelle, San Nicola di Melfi, Tito, Viggiano, Valle di Vitalba, Balvano - a cui si aggiunge quella di Nerico, a cavallo con l'Avellinese).