Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha toccato numerose tematiche inerenti soprattutto le proposte per migliorare il calcio italiano ed europeo e le continue voci circa una possibile cessione di Cavani, che ormai ha gli occhi di mezzo mondo puntati addosso. La programmazione ed una gestione oculata che hanno portato il Napoli dalla serie C fino ai vertici del calcio italiano ed europeo sono un esempio per tutti, "sono arrivato al Napoli con un progetto: i primi cinque anni per costruire, gli altri cinque per vincere. Credo di essere in anticipo. E per uno che non sapeva niente di calcio è un successo. il Napoli era fuori dalla ribalta internazionale e non era mai stato lodato per il suo virtuosismo finanziario. Ho applicato la regola che seguo nel cinema: estrema attenzione ai costi. Si può fare nel pallone, basta rispettare i regolamenti. Accetto le regole del gioco, anche se le contesto quando sembrano sbagliate e nel calcio c'è tanto che non va". Il presidente azzurro ribadisce ancora una volta l'inadeguatezza del sistema calcio, soprattutto quello italiano, che non riesce a valorizzarsi ed offrire uno spettacolo godibile, "il calcio è gradasso, esagera; negli altri sport non è così. È guascone e fregnone. Fa parlare soltanto di cose non tecniche, di quanto guadagna questo, di quanto costa quello. Un film è importante anche per ciò che rappresenta, non solo per gli incassi. Tra una partita di cartello di Europa League e una di campionato, la gente sceglie la seconda e gli stadi restano semivuoti. E qui non c'entra l'inadeguatezza dell'impianto. Il San Paolo è obsoleto e ha bisogno di una pesante ristrutturazione, ma l'altro anno è stato il secondo incasso d'Italia. Anche in tv la gente preferisce la Champions. Del resto, se l'Uefa raccoglie 1,3 miliardi per la Champions e 210 milioni per l'Europa League, vuol dire che per le tv questo torneo non è interessante. Che senso ha tenerlo in piedi? Sostituiamolo con una Champions a 64 squadre dove Italia, Germania, Francia, Spagna e Inghilterra ne abbiano 6 a testa". Il rischio è sempre quello di creare un calcio solo per i ricchi, in barba al fair play finanziario tanto voluto da Platini, "Platini è una brava persona, ma non è detto che quello che lui dice sia la verità assoluta. Sono critico verso Michel, pur stimandolo, per richiamarlo ai suoi doveri: non può pensare che in Europa abbiamo tutti le stesse esigenze. Dovrà modulare i tornei in modo da lasciare in equilibrio i bilanci dei club che investono e portano più spettacolo, permettendo il rispetto del fair play da lui inventato e tanto sbandierato". De Laurentiis sin dal primo giorno di insediamento a Napoli ha sempre pensato al futuro portando avanti battaglie per migliorare la fruibilità del prodotto calcio, ecco le sue proposte, "se fossi Platini, chiederei a tutte le federazioni e leghe un campionato nazionale a 16 squadre, ciò permetterebbe meno gare e meno spese per i tifosi, che investirebbero più in Champions liberando così date per l'Europa. Poi unificherei Serie B e C, con giocatori soltanto di 17-20 anni che possano essere utili alla A, eliminando le "Primavera". Ma se l'Uefa continua a vendere diritti tv
di Champions, svendendoli, invece di commercializzarli direttamente agli spettatori, non si aumenterà mai il fatturato. E se la Cina e il Brasile si mettono a investire sul serio, diventerà difficile competere. È una vecchia mentalità che ha sempre il sopravvento. Cinque anni fa, quando il Napoli è rientrato nelle coppe, nessuno voleva comprare la gara di Intertoto con il Panionios. Ho distribuito personalmente i diritti, creando un biglietto virtuale da 10 euro in pay-per-view per i privati, 99 euro per i bar. Risultato: più di un milione di euro per il Napoli. Con le nuove tecnologie si possono decuplicare i ricavi dello stadio virtuale". Tornando al campionato il presidente in cuor suo crede nello scudetto ma predica calma pensando ad un impegno per volta, "la Juve non è in crisi, è come noi l'anno scorso. Campionato, Champions e Coppa Italia ti portano via energie. Spero elimini il Celtic e vada più avanti possibile. Di Napoli - Juve non ne parlo, sono scaramantico e prima c'è Lazio - Napoli". Inevitabile poi un commento sulle voci che vogliono Cavani lontano da Napoli con le grandi potenze europee pronte a versare la clausola rescissoria, "e chi me li dà? D'estate ne ho rifiutati 55, il Real Madrid non arriva a 50. E per pagare i 63 della clausola ce ne vogliono circa 70... Dal punto di vista legale non posso far niente. Ma posso far di tutto per convincere il giocatore a restare, ci vuole l'accordo con lui. E l'ultima cosa che penso è privarmi di Cavani. Mi piace come giocatore e come uomo, c'è sempre, risponde sempre presente ed è affidabile al cento per cento. I rapporti umani contano, lavoro con gli stessi registi perché ci si trova bene". Alla domanda se Mazzarri è uno di questi registi De Laurentiis non ha dubbi, "un ottimo regista e una persona per bene. È uno che deve aver sofferto nella vita e per questo è guardingo e protettivo verso se stesso e i giocatori. Se scavi nella sua psicologia trovi una persona onestissima, colta nel calcio, direi da professore di Harvard. Perfetto per il Napoli. Al cinema sono quello delle grandi esclusive, anche nel calcio, se c'è reciprocità». Non manca un pensiero per Maradona, che desidera tanto risolvere il contenzioso con il fisco italiano per poter tornare nella città che tanto lo ama, "quel che ha fatto è un ricordo immenso che appartiene a tutti i napoletani. Per il resto, casa mia è casa sua. L'ho conosciuto dieci anni fa, mi colpì la sua umanità e l'amore per le figlie. Non ha bisogno del mio permesso per venire tutte le volte che vuole". Infine un commento circa lo scandalo scommesse che sembra espandersi a macchia d'olio in tutta Europa, "un anno fa ho letto un libro di un magistrato napoletano, pieno di cifre, dati e nomi. Si parlava già di Singapore. Non è che stiamo perdendo tempo? Il giro d'affari è di 200 miliardi all'anno: le mafie hanno lasciato lo spaccio e si sono tuffate nelle scommesse perché c'è un vuoto legislativo. Dobbiamo intervenire subito, in Italia e in Europa, con sanzioni penali. Quelle sportive non bastano. Un calciatore, un arbitro, un presidente deve sapere che se truffa lo aspetta la prigione".