L’allievo che superò il maestro. Così lo ricorderemo quando narreremo ai nostri nipoti dell’eroica impresa di mister Fabio Caserta e della sua compagine. Tutti insieme hanno coronato il sogno di un’intera città al termine di una cavalcata trionfale. Un allenatore alle prime armi, che molti a inizio anno davano del novellino e che invece è riuscito a raggiungere obiettivi ineguagliabili. Nel 2011 mister Piero Braglia conquistò la storica promozione in B dopo 60 anni, vincendo su Benevento e Atletico Roma al termine dei play-off. C’è, tuttavia, da aggiungere la ciliegina sulla torta: la Coppa Italia di Serie C. Un’annata da incorniciare. Eppure, nessuno prima del tecnico calabrese era riuscito a condurre direttamente le vespe in cadetteria.
Un uomo spesso sottovalutato in modo superficiale, anche quando giunse alle falde del Faito da giocatore. Ma lui non ha mai dato ascolto alle chiacchiere e ha saputo zittire tutti sul campo, divenendo in primis l’incubo della Nocerina nel derby di Serie B pareggiato in rimonta 2 a 2 il primo anno delle vespe in serie cadetta. Infatti, non sarebbe assurdo definirlo l’uomo delle promozion
i: sempre in veste di giocatore, Fabio, insieme a Ciro Polito, contribuì al ritorno del Catania in serie A nell’anno 2006: la formazione, allora allenata da Marino, si impose dinanzi al proprio pubblico per 2 reti a 1 sull’Albinoleffe con Caserta titolare e Polito in panchina.
«Il dispiacere è stato enorme dopo la retrocessione di 5 anni e mi sono sentito in debito con i tifosi –ha spiegato il mister al termine della partita vinta contro la Vibonese-. I ragazzi hanno meritato questa promozione perché hanno sudato la maglia. Non in campo, bensì in allenamento.» Si può dire che persino la società abbia fatto passi in avanti. All’inizio dell’anno nuovi volti sono entrati a far parte dello staff: dal neo presidente Ciccone all’avvocato Giovanni Palma. Senza tralasciare il ritorno di Giovanni Improta, il club manager da sempre legato a questi colori. Quest’ultimo, insieme al patron Maniello, ha saputo dare prova del suo attaccamento alla società ed è sempre stato convinto che la formazione campana avrebbe raggiunto la tanto ambita promozione. I programmi sono stati rispettati e la festa può avere inizio.